La prima grana di Giorgia Meloni si chiama Matteo Salvini. Il leader leghista, umiliato e offeso dal risultato elettorale, è convinto che la sconfitta sia da addebitare a chi, in questi mesi, lo ha incatenato al governo di Mario Draghi. Salvini, finito sotto processo dopo aver perso più di 25 punti percentuale, è convinto che il tonfo sia da addebitare alla pressione dell’ala governista della Lega: Giorgetti, Fedriga, Zaia. Che, guarda caso, sono gli stessi che ora lo stanno processando. La versione di Salvini è chiara: il trionfo elettorale di Giorgia Meloni è dovuto a un travaso di voti che dalla Lega è finito nelle casse di Fratelli d’Italia. Un travaso dovuto proprio alla scelta governista di Matteo Salvini. Oltre che alla scelta di Giorgia Meloni di presentarsi come oppositrice corretta ma ferma. Ma questo è già il passato. Ora il timore di Meloni è che Matteo Salvini voglia rendere pan per focaccia e recitare la parte dell’alleato di lotta e di governo. Meloni teme di trovarsi un Salvini che fa il diavolo a quattro mentre lei è costretta a spiegare agli italiani la necessità dei sacrifici. Per questo Giorgia Meloni vuole evitare in tutti i modi di dare a Salvini ministeri chiave - il ministero degli Interni su tutti - ma nello stesso tempo legarlo il più possibile al governo. Insomma, Giorgia Meloni deve legare a sé Salvini, in modo che non possa smarcarsi nel momento in cui il governo dovrà fare scelte impopolari, ma nello stesso tempo evitare di consegnargli ministeri chiave. Per questo l'idea è quella di offrire a Salvini la poltrona da vicepremier. Un ruolo visibile ma del tutto sterile. Accetterà Matteo Salvini?