Il referendum di annessione di quattro regioni ucraine alla Russia (Donbass, Kherson, Lugansk e Zaporizhzhia) sarebbe solo una "scusa" per prepararsi all'utilizzo delle armi nucleare. Un'ipotesi accreditata nella comunità internazionale, come spiega in un articolo l'inviata a Bruxelles dell'Huffington Post, Angela Mauro, che scrive: «Il Cremlino indice più di un referendum nelle 4 regioni ucraine del Donbass, Kherson, Lugansk e Zaporizhzhia. Si vota dal 23 al 27 settembre, a Zaporizhzhia solo in una giornata. Obiettivo: annettere questi territori, epicentro delle riconquiste ucraine, alla Federazione Russa. Ma la mossa di Putin ha il sapore rancido di nucleare, di armi nucleari. Non è solo il sospetto che arriva da Washington. Lo fa capire la “dottrina difensiva” russa, spiegata in un decreto del 2 giugno 2020, il numero 355» spiega la giornalista italiana.

Attacco militare alla Russia, cosa prevede il regolamento

«Il testo prevede che in caso di attacco a strutture statali o militari in Russia, se gli obiettivi vengono centrati anche con missili non nucleari, la Federazione può rispondere con armi atomiche. La decisione sta ad una sola persona: Putin. Sull’altra sponda dell’Atlantico l’allerta è massima, palpabile all’assemblea generale dell’Onu in corso a New York, dove Putin non è presente ma c’è il suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov, pur isolato dal resto della comunità internazionale e protetto da una rete di massima sicurezza» evidenzia Angela Mauro. «Convocare delle consultazioni popolari per trasformare i territori ucraini in territori russi significa ostacolare la controffensiva ucraina minacciando, per l’appunto, una risposta militare di massimo grado, anche nucleare», ma l’altro sospetto «che agita gli Usa, l’Ue e gli alleati al fianco di Kiev è che il leader russo voglia lanciare anche una mobilitazione generale dell’esercito. Solo qualche giorno fa, al summit con Xi Jinping a Samarcanda, Putin ha ammesso che finora le truppe russe sono composte solo da volontari. Evidentemente non bastano. Oggi la Duma ha approvato un provvedimento che inasprisce le punizioni per chi compie reati in ambito militare, magari rifiutandosi di servire il paese» conclude l'articolo pubblicato sull'dell'Huffington Post.