«Questa coalizione sta diventando una roba improponibile: ci facciamo ridere dietro. Non vinceremo mai così. Con +Europa abbiamo scritto una lettera che stiamo per inviargli dopo avergli detto 70 volte a voce quali erano le nostre condizioni. Ma Letta sparisce. Ci sta portando avanti da una settimana». Carlo Calenda, intervistato dal "Corriere della Sera", si dice molto deluso dalla discussione con il Pd, «abbiamo iniziato un percorso con Enrico Letta che parlava di agenda Draghi. Oggi quell'agenda è totalmente sparita». Il leader di Azione, incalza il segretario dem: «Deve darci una risposta presto. Che non può essere l'appello all'unità perché questa non è una risposta». Ma «nonostante questo, non chiudiamo la porta al dialogo». Calenda spiega di aver chiesto due cose precise: «Primo, non un voto di Azione e di +Europa può andare a Di Maio, Fratoianni e Bonelli. Visto che il Pd ci tiene tanto a candidarli lo facesse nel proporzionale e nella lista Democratici e progressisti. Noi non candideremo negli uninominali Mariastella Gelmini e Mara Carfagna». «Secondo, va bene avere programmi diversi. Ma non contraddittori. Chiediamo un incontro per definire i punti programmatici comuni», dichiara. «Si batte la destra con una proposta di governo, non con le ammucchiate. Altrimenti meglio è per l'Italia che Azione e +Europa sfidino fuori dalla coalizione con coraggio e serietà la destra senza zavorre. Abbiamo levato a Forza Italia la sua parte migliore e più responsabile. Possiamo ripetere il risultato di Roma e determinare la sconfitta della destra sovranista», conclude.