Si discute di modi e forme alla riunione di maggioranza sulla risoluzione da portare in aula in occasione delle comunicazioni del premier sul prossimo Consiglio Ue. Forme che, nel caso specifico, si traducono in sostanza: a "ballare", come dice una fonte interna alla riunione, è il riferimento al decreto 14 del 2022, quello che prevede che il governo riferisca sulla guerra in Ucraina ogni tre mesi. Troppo poco per alcuni gruppi che chiedono la presenza del governo in parlamento prima di ogni vertice internazionale e di ogni decisione sugli aiuti, anche militari, a Kiev. L’accordo di massima comunque c’è, assicurano, e anche la speranza di presentare la risoluzione entro le 15 di oggi, senza attendere l’ultimo minuto disponibile che, da regolamento, è la fine della discussione generale in Aula. Nel frattempo, la riunione è stata sospesa per chiedere alcuni approfondimenti ai tecnici, spiega il senatore Pd Alessandro Alfieri. Ed è in corso, secondo quanto si apprende, un Consiglio nazionale del M5S, convocato dal leader Giuseppe Conte per fare il punto della situazione sulle trattative tra le forze politiche per la risoluzione di maggioranza sull’Ucraina. «Siamo impegnati a dare un mandato pieno a Draghi in vista di un Consiglio Ue molto complicato, con un conflitto nel cuore dell’Europa», spiega Alfieri. «Serve compattezza da tutti i paesi europei», aggiunge Alfieri sottolineando che per completare la risoluzione «mancano i dettagli a una risoluzione molto buona. Sono solo questioni tecniche perché tutti condividiamo la necessità di coinvolgere il parlamento. C’è la consapevolezza di tutti che non si può scherzare né sbagliare, abbiamo bisogno della massima certezza sui passaggi giuridici».