«Soffro e piango pensando alle sofferenze della popolazione ucraina. Mentre si assiste a un macabro regresso dell’umanità mi chiedo insieme a tante persone angosciate se si stia veramente ricercando la pace, se ci sia la volontà di evitare la continua escalation militare e verbale, se si stia facendo tutto il possibile perché le armi tacciano». Così papa Francesco parlando in piazza San Pietro al Regina Coeli. «Vi prego, non ci si arrenda alla logica della violenza, alla perversa spirale delle armi si imbocchi la via del dialogo e della pace», l'appello di Francesco. E papa Bergoglio chiede: «Anche ora da qui rinnovo la richiesta che siano predisposti corridoi umanitari sicuri per le persone che sono intrappolate nell’acciaieria». «Oggi inizia il mese dedicato alla Madre di Dio, invito tutti a pregare ogni giorno di maggio il rosario per la pace. Il pensiero va subito alla città di Mariupol, la città di Maria, bombardata e distrutta», ha detto. Durante il Regina Coeli ha ricordato che «l’amore va oltre l’utile, il conveniente e il dovuto; l’amore genera stupore, ispira slanci creativi, gratuiti». Sull’esempio di Pietro, «oggi siamo invitati a uno slancio nuovo, a tuffarci nel bene senza la paura di perdere qualcosa, senza calcolare troppo, senza aspettare che comincino gli altri - esorta Bergoglio - Perché per andare incontro a Gesù bisogna sbilanciarsi». Poi il Papa rivolge invita i fedeli a chiedersi: «sono capace di qualche scatto di generosità, oppure freno gli slanci del cuore e mi chiudo nell’abitudine, nella paura? Buttarsi, tuffarsi». «Mi ami?, chiede Gesù a te, che hai le reti vuote e hai paura di ricominciare; a te, che non hai il coraggio di tuffarti e hai perso slancio. Mi ami?, chiede Gesù», prosegue Francesco. «Da allora, Pietro smise per sempre di pescare e si dedicò al servizio di Dio e dei fratelli, fino a dare la vita qui, dove ci troviamo adesso. E noi, vogliamo amare Gesù? La Madonna, che ha detto prontamente "sì" al Signore, ci aiuti a ritrovare lo slancio del bene». Il papa ha rivolto un pensiero anche al lavoro: «Oggi primo maggio è la festa del Lavoro. Che sia stimolo a rinnovare l’impegno perché dovunque e per tutti il lavoro sia dignitoso, perché venga la volontà di far crescere un economia diversa». E Francesco ha voluto ricordare anche che «il 3 maggio si celebra la giornata mondiale della libertà di Stampa. Rendo omaggio ai giornalisti che pagano di persona per servire questo diritto, 7 sono morti l’anno scorso e 350 sono stati feriti. Grazie speciale a quanti coloro con coraggio ci informano sulle piaghe dell’umanità».