La vicenda dell’avvocato Antonio Murano sta avendo risvolti inaspettati, che, se non fosse per le modalità di alcuni interventi disposti dalla procura di Potenza e le numerose reazioni provocate, potrebbero essere considerati anche grotteschi. Le iniziative dell’avvocatura, a partire da quella istituzionale con la presidente del Cnf, Maria Masi, non si sono fatte attendere. In questi giorni hanno fatto sentire la loro voce, oltre ai vertici di via Del Governo Vecchio, l’Ocf, il Movimento Forense, le Camere penali e la procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza. Il procuratore generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, ha riferito, in una lettera inviata al nostro giornale, che «sono stati avviati immediati accertamenti in sede predisciplinare, che saranno rigorosi e al tempo stesso rispettosi delle prerogative dell’organo inquirente». Ha inoltre aggiunto di essere «certo che il Consiglio distrettuale di disciplina forense stia agendo con la medesima tempestività ai necessari, paralleli accertamenti». Da dove nasce il caso Murano? La risposta è in due verbali di udienza, difformi tra loro. Il primo con il resoconto fonoregistrato che trova riscontro nei file audio depositati in Tribunale. Il secondo, sintetico, scritto a mano. La trasmissione in procura del certificato medico, attestante l’impossibilità per l’avvocato Murano a partecipare all’udienza penale del 24 marzo scorso, deriva dal verbale sintetico, redatto ai sensi dell’articolo 480 del Codice di procedura penale. In questo atto risulta che è il Tribunale a disporre «a cura della Cancelleria la trasmissione del certificato medico e dell'istanza di rinvio dell'avvocato Murano alla segreteria del dottor Borriello, con urgenza, oggi. Accetta istanza di rinvio con sospensione dei termini di prescrizione». Il verbale di trascrizione della fonoregistrazione e dai relativi file audio dà conto, invece, di un’altra versione. Vale a dire quanto accaduto in udienza e ribadito sin dal primo momento dal legale del Foro di Potenza nella cui abitazione si sono recati i carabinieri con il medico fiscale. In questo verbale il Tribunale di Potenza ha disatteso la richiesta di visita fiscale e quella di trasmissione degli atti alla procura. Il passaggio contenuto a pagina 7 riporta la posizione assunta dal pm Giuseppe Borriello in udienza: «È il pubblico ministero che chiede trasmissione all'ufficio di procura della richiesta di certificato medico del difensore». Il presidente del Collegio giudicante, a sua volta, afferma: «Ne può acquisire copia, è agli atti, sono ostensibili a chiunque, la può acquisire e il fascicolo del dibattimento è pubblico. Detto questo rinvia (la causa, nda) al 19 maggio». Il Tribunale, dunque, non ha accolto la richiesta di trasmissione degli atti alla Procura, come si evince dal verbale di udienza fonoregistrato. In questo documento non vi sono riferimenti alla trasmissione da parte del giudice Federico Sergi agli uffici diretti dal procuratore Francesco Curcio, che un paio di giorni fa, con un comunicato stampa di tre pagine, è intervenuto, facendo riferimento proprio al «verbale riassuntivo». Curcio ha chiarito che «non si è proceduto ad indagini in ragione della mera allegazione del certificato medico da parte dell’avvocato Murano, richiedente il rinvio, ma sulla base sia del verbale riassuntivo in udienza del Tribunale, in cui si disponeva la trasmissione “con urgenza” a questo Ufficio, di copia del predetto verbale e del certificato medico in questione che, soprattutto, sulla base di ulteriori e diverse circostanze di fatto concernenti la certificazione medica di cui si parla, hanno reso doverosi gli accertamenti in corso». «Circostanze di fatto» che la procura non rivela per «evidenti ragioni di riservatezza» e per tutelare le indagini e gli indagati. Il verbale redatto in forma sintetica riporta, però, una circostanza mai accaduta durante lo svolgimento dell’udienza. Di qui una serie di azioni (intervento dei carabinieri nell’abitazione dell’avvocato, convocazione in caserma dei familiari del professionista e del medico certificante, sequestro del telefono del medico, visita dei gendarmi della Benemerita nello studio legale di Murano) che hanno creato preoccupazione nell’avvocatura potentina. Nel corso dell’assemblea straordinaria degli iscritti al Coa, presieduto da Maurizio Napolitano, gli interventi sono andati tutti in un’unica direzione: reagire in maniera decisa rispetto a quanto subito dal penalista del Foro di Potenza. La preoccupazione dei togati lucani riguarda pure i due verbali di udienza “opposti”, che prospettano un eventuale falso. Nella riunione tenutasi in un teatro di Potenza, per consentire la massima partecipazione degli iscritti, i sentimenti dei legali sono andati tutti in un’unica direzione. Il timore di ritrovarsi in una situazione simile a quella vissuta dall’avvocato di Rionero in Vulture è tanta, soprattutto se si pensa al coinvolgimento dei propri familiari e ad un controllo nel proprio studio legale. «Quanto successo al collega qualche giorno fa», ci ha detto un avvocato, «prova lo stato dei rapporti tra avvocatura e magistratura, che si spera possano ritornare sul binario del rispetto e della comprensione reciproca». Il segnale che il Foro di Potenza ha voluto lanciare è forte. Quasi all’unanimità l’assemblea dell’Ordine degli avvocati di Potenza ha deliberato l’astensione da tutte le udienze per otto giorni (durata massima consentita dalla legge). Gli avvocati incroceranno le braccia dal 13 aprile prossimo con una sospensione prevista per Pasqua per poi riprendere l’astensione subito dopo pasquetta.