Il presidente uscente Sergio Mattarella ha ottenuto 125 voti. È quanto emerge dallo scrutinio delle schede della terza votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica. Molte schede hanno riportato il nome di Guido Crosetto, 114, quindi molti di più dei 63 grandi elettori di Fdi. Resta in campo Paolo Maddalena con 61 voti, sostenuto dagli ex M5s di Alternativa e si affaccia in maniera più significativa Pier Ferdinando Casini (52 voti), sostenuto in maniera dichiarata dal gruppo delle Autonomie. Avanzano anche Giancarlo Giorgetti (19 voti) e Marta Cartabia (8 voti), la ministra della Giustizia, candidata di Azione e +Europa. A pari merito si aggiudicano 7 voti rispettivamente Umberto Bossi e Pier Luigi Bersani. Marco Cappato e Giuseppe Moles ne ottengono 6, mentre si ferma a 5 voti l’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi. Quattro voti anche per Nicola Gratteri. Calano a 412 le schede bianche al quarto scrutinio per l'elezione del presidente della Repubblica, che ha visto una nuova fumata nera e che è l'ultimo scrutinio dove per raggiungere il quorum servono 673 voti. In una seduta dall’incedere spedito e senza intoppi, le schede nulle sono state 22 e i voti dispersi 40. L’appuntamento dei grandi elettori è fissato per domani alle 11, quando con il quarto scrutinio si procederà a votare con la maggioranza assoluta dei componenti l’Assemblea, pari a 505 voti. Una giornata, quella odierna, che era cominciata con l’indicazione di Movimento cinque stelle, Partito democratico e Liberi e uguali di votare scheda bianca al terzo scrutinio. Sulla stessa lunghezza d’onda Lega e Forza Italia, mentre Fd’I aveva optato per una soluzione diversa, mostrando compattezza. «Oggi Fratelli d’Italia in Parlamento vota Guido Crosetto, per smuovere le acque in questo stallo politico. Una persona capace e onesta gradita a molti italiani perbene. Lo stallo al quale si sta assistendo in questi giorni è un insulto agli italiani. Il presidente della Repubblica dovrebbe essere eletto direttamente dal popolo, non con giochi di palazzo», le parole consegnate ai social da Giorgia Meloni che ha inviato agli alleati di centrodestra un messaggio eloquente, come testimoniato dai 114 consensi ottenuti da Crosetto, ben oltre la quota di grandi elettori di Fd’I. Tutto questo in attesa dell’eventuale «conclave», come è stato chiamato, lanciato dal segretario del Partito democratico, Enrico Letta. «Dobbiamo incontrarci» con il centrodestra «e buttare via la chiave finché non si trova una soluzione» per il Quirinale, aveva affermato ieri sera l’ex premier. Che oggi dal suo profilo twitter lancia un messaggio agli alleati: «Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto». Intanto, Giuseppe Conte ha precisato la posizione pentastellata: «Non si dica che il M5s dice no a Mario Draghi: noi diciamo sì a Draghi, e lo abbiamo fatto quasi un anno fa quando il Paese era in ginocchio. Oggi che la nave è ancora in tempesta il Movimento dice sì, anzi lo rafforza, a Draghi» a palazzo Chigi.