«È chiaro che non è giusto un processo che dura 8 anni», dichiara a La Stampa il presidente vicario del Tribunale di Milano Fabio Roia in merito alla riforma della giustizia e a proposito del dibattito suscitato dal suicidio dell'ex consigliere regionale del Piemonte Angelo Burzi. L'ex membro del Csm è d'accordo sul fatto che otto anni di procedimento «sono una sofferenza». Ma ritiene anche che «non è giusto scaricare le cause di un sistema che funziona male solo sulle spalle della magistratura». Roia diffida anche da chi ha dubbi sull'esistenza del giudizio d'appello in caso di assoluzione in primo grado. «Non si può ragionare in questo modo», afferma. «Nella valutazione della prova il fattore umano è fondamentale». «Per amministrare bene la giustizia ci vuole tempo», dichiara. Il problema sta nel fatto che «il sistema non regge più il carico delle notizie di reato che arrivano nelle procure», afferma il presidente vicario. E poi in magistratura c'è attualmente «una scopertura d'organico di quasi il 15 per cento».