Sulla variante Omicron, «i dati di ieri dei ricercatori inglesi dicono che le tre dosi di Pfizer danno una discreta protezione dalla malattia grave da Covid, intorno al 70% rispetto al 95%. Mentre Astrazeneca sembrerebbe dare una protezione molto più bassa». Lo ha detto Massimo Andreoni, direttore scientifico Società Italiana Malattie Infettive (Simit) e ordinario all'Università di Tor Vergata, durante la trasmissione Agorà su Rai Tre. Quanto ai contagi in crescita, «Omicron ogni 2 giorni e mezzo riesce a raddoppiare il numero dei casi. Oggi verranno testati i diversi tamponi per avere un'idea di quanto questa variante sta penetrando in Italia e in funzione di questo potremo capire quando ci sarà il picco», che «mi aspetterei almeno tra un paio di settimane» quindi «probabilmente ci sarà con l'anno nuovo». Ogni volta che abbiamo una nuova variante, ha concluso, «è una scommessa, non sappiamo quello che accadrà». Per questo, oltre a vaccinare con tre dosi, «bisogna mantenere le misure di contenimento» per «impedire che il virus circoli».

Vaccino Moderna, studi contro Omicron

«Data la minaccia a lungo termine dimostrata dalla fuga immunitaria della variante Omicron di Sars-CoV-2, Moderna continuerà anche a sviluppare un vaccino specifico per la variante (mRNA-1273.529), che si prevede avanzi e approdi ai trial clinici» sull’uomo «all’inizio del 2022, e valuterà l’inclusione di Omicron nel suo programma di richiamo multivalente». A spiegarlo è stata l’azienda statunitense che oggi ha comunicato i dati preliminari sui livelli di anticorpi neutralizzanti contro Omicron che vengono conferiti dal booster. Moderna ha anche precisato che «vista la forza» dell’attuale vaccino «mRna-1273 e la velocità con cui» il nuovo mutante «si sta diffondendo, la prima linea di difesa» su cui punta Moderna «contro Omicron sarà una dose booster di mRna-1273».