L'Associazione Italiana Giovani Avvocati (Aiga) "esprime profonda preoccupazione per il recente episodio accaduto ad una giovane praticante che rischiava di non sostenere la seconda prova dell’esame di abilitazione alla professione forense perché incinta". E chiede l'introduzione urgente di una norma che riconosca il legittimo impedimento a sostenere l'esame di abilitazione in caso di gravidanza a rischio. La vicenda riguarda un'aspirante avvocata di Agrigento, in stato di gravidanza considerata a rischio, che dopo aver superato la prima prova orale presso la corte di Appello di Bologna, ha depositato istanza di differimento dell'ulteriore prova. Ottenendo però, dalla commissione esaminatrice, un rinvio di soli nove giorni rispetto alla data fissata per la prova. La donna ha quindi presentato ricorso al Tar, che ha accolto la domanda sottolineando la “assoluta preminenza delle ragioni di tutela della salute della donna in stato di gravidanza e del nascituro”, e ha ordinato di disporre una seduta di esami suppletiva “in una data compatibile con lo stato di salute della ricorrente”. Il caso riapre il dibattito su una delle battaglie storiche dell'avvocatura portate a compimento dal Cnf. Ma "nonostante il riconoscimento normativo del legittimo impedimento per le avvocate in gravidanza a partecipare alle udienze - spiega l'Aiga -  un’analoga norma non è stata ancora introdotta per le praticanti avvocato in gravidanza che si trovino ad affrontare l’esame di abilitazione". Per questo, ribadisce con forza Francesco Paolo Perchinunno, Presidente Nazionale Aiga,  “è necessario che venga introdotta la previsione, all’interno del bando che indice l’esame di avvocato, di una particolare ipotesi di legittimo impedimento per gravidanza a rischio, che preveda la possibilità di svolgere le prove di esame entro un termine a partire dalla fine dell’impedimento, attraverso la predisposizione di una seduta di esami suppletiva. È inaccettabile  - prosegue Perchinunno - che la concessione e la durata di un rinvio per gravidanza a rischio vengano lasciate alla mera discrezionalità delle commissioni esaminatrici. Diventare madri è un diritto che non deve costituire un ostacolo all’accesso alla professione". “In passato, Aiga si è fortemente battuta affinché venisse riconosciuto il legittimo impedimento delle avvocate in gravidanza a presenziare alle udienze – conclude l’Avv. Roberta Giliberti, Coordinatrice del Dipartimento Nazionale Aiga Pari Opportunità – Questo biennio ci vedrà nuovamente coinvolti affinché anche alle praticanti avvocato in gravidanza possano essere riconosciute pari opportunità di successo nello svolgimento dell’esame avvocato”.