Il procuratore di Brescia, Francesco Prete, e il pm Donato Greco hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo e del pm milanese Paolo Storari, indagati per rivelazione del segreto d'ufficio in merito alla vicenda dei verbali di Piero Amara sulla presunta Loggia Ungheria.

Ecco le accuse a Piercamillo Davigo

Davigo, come si legge nell'imputazione, avrebbe ricevuto «una proposta di incontro» da parte di Storari, «rassicurandolo di essere autorizzato a ricevere copia» dei verbali e dicendogli che «il segreto investigativo su di essi non era a lui opponibile in quanto componente del Csm». Sarebbe così entrato «in possesso del contenuto di atti coperti da segreto investigativo». E lo avrebbe fatto al di fuori di una «procedura formale», mentre Storari avrebbe dovuto «investire organi istituzionali competenti a risolvere questioni attinenti alla gestione dell'indagine». L'allora componente del Csm avrebbe svelato, poi, il contenuto di quelle carte ad alcune persone, tra cui colleghi del Csm. Le avrebbe date anche al vicepresidente David Ermini che «ritenendo irricevibili quegli atti» immediatamente «distruggeva» la «documentazione». Negli altri filoni dell'inchiesta bresciana, scaturita dal caso "verbali Amara" e dalle denunce di Storari sulla gestione dei procedimenti Eni, la Procura ha chiesto l'archiviazione per l'ormai ex procuratore di Milano Francesco Greco, indagato per omissione di atti d'ufficio per i ritardi sulle indagini su Amara. Fissati per settimana prossima in sede di chiusura indagini gli interrogatori del procuratore aggiunto milanese Fabio De Pasquale e del pm ora alla procura europea Sergio Spadaro, indagati per rifiuto d'atti d'ufficio per la gestione di Vincenzo Armanna, "accusatore" nel processo per il caso Nigeria.