I no vax? Dei criminali irresponsabili che «non meritano di essere curati negli ospedali» e che il governo sta trattando con i guanti di velluto. Nicola Gratteri, ospite negli studi di Otto e mezzo, lancia bordate contro il buonismo dell’esecutivo Draghi che non ha ancora rinchiuso in casa i sette milioni di italiani senza green pass. Buttando la chiave, s’intende. Forse vuole farsi perdonare per la prefazione a Strage di Stato, saggio negazionista del Covid, scritta a sua insaputa qualche mese fa. È comunque uno show d’altri tempi quello del procuratore di Catanzaro, recitato con «spalle larghe e nervi d’acciaio», come si definisce lui stesso in un furore narcisista che a tratti smarrisce il senso della realtà. Come quando indossa i panni del prefetto e se la prende con la ministra Lamorgese, troppo tenera con i manifestanti che hanno attaccato la sede della Cgil: «Dovevano caricarli, ci sarebbero stati duecento feriti? Pazienza, questo significa comandare!». O vantandosi che la sua procura «a differenza di tutte le altre in Italia» è molto popolare: «Abbiamo il consenso di migliaia di cittadini per i quali siamo l’ultima spiaggia». Insomma, Gratteri è l’unica salvezza per chi vuole combattere il crimine, una versione borbonica e decisamente più cupa del "ghe pensi mi" di berlusconiana memoria. Non poteva mancare l’odiata ministra Cartabia: le garanzie per la difesa contenute nella sua riforma della giustizia nel linguaggio di Gratteri sono soltanto delle «zeppe» messe lì a rallentare i processi e a favorire i disonesti, una vera e propria iattura, tanto che la guardasigilli avrebbe decisamente sbagliato mestiere: «La vedo meglio come Presidente della repubblica che a via Arenula».