Mentre a Kabul folle di cittadini disperati continuano ad ammassarsi all’aeroporto nella speranza di trovare una via di fuga dal Paese, la politica italiana continua a dividersi sul da farsi. A breve migliaia di profughi si riverseranno in Europa per sopravvivere alla devastazione talebana e i partiti italiani si dividono sulla strategia da adottare.

C’è chi invoca corridoi umanitari per far arrivare in sicurezza gli esuli senza distinzione di età, sesso o religione - sul nostro territorio, chi ritiene di dover accogliere solo quanti negli anni hanno collaborato con le autorità italiane, chi è disposto ad allargare il discorso ma solo a donne e bambini, e chiede l’intervento dell’Europa per buttare la palla in tribuna o si appella all’intramontabile “aiutiamoli a casa loro”.

Profughi, le posizioni del Pd e della Lega

Il Partito democratico è la forza più attiva sul versante dell’accoglienza e il segretario Enrico Letta annuncia su Twitter una «sottoscrizione per aiutare le ong che rimangono a Kabul, iniziative per l’accoglienza dei rifugiati che arrivano dall’Afganisthan, gemellaggi, mobilitazione per sostenere le donne afgane. Il Pd oggi decide aiuti concreti per la società afgana che non vuole tornare indietro», spiega il numero uno del Nazareno, spalleggiato dalla capogruppo alla Camera Deborah Serracchiani. Ma è sui territori che i dem si mobilitano con maggiore decisione, con sindaci pronti a ospitare chi fugge dagli studenti coranici e amministrazioni favorevoli all’istituzione di corridoi umanitari.

Un attivismo, condiviso a dire il vero con Italia viva, che preoccupa il segretario della Lega, Matteo Salvini, terrorizzato all’idea di un’invasione afghana in Italia. Per il capo del Carroccio, fino al giorno prima favorevole alla protezione solo dei “collaboratori” del contingente italiano, i corridoi umanitari possono pure essere organizzati, ma solo «per donne e bambini in pericolo», mette in chiaro Salvini. «Porte aperte per migliaia di uomini, fra cui potenziali terroristi, assolutamente no», aggiunge il leader leghista, bisognoso di coprirsi “a destra” per non lasciare campo libero a Giorgia Meloni. Ma gli improbabili paletti piazzati dall’ex ministro dell’Interno sull’accoglienza generano l’ilarità dell’alleato del Pd Matteo Orfini, che sui social scrive: «Salvini dice che i corridoi umanitari per donne e bambini vanno bene, per gli uomini no. La famiglia prima di tutto, a patto che non sia una famiglia di migranti. In quel caso la si può smembrare. Immagino che anche questo lo dica “da padre”», ironizza il deputato dem, in passato salito a bordo della Sea Watch per salvare vite umane.

Meloni come la Merkel sui profughi afghani

E se la Lega prova a circoscrivere il perimetro della solidarietà, Fratelli d’Italia rilancia un vecchio cavallo di battaglia della destra italiana ma non solo: aiutiamoli a casa loro. «Come ha già sostenuto anche la cancelliera tedesca Merkel crediamo che la prima cosa da fare sia sostenere gli Stati confinanti con l'Afghanistan per aiutarli ad accogliere i profughi», propone la presidente del partito Giorgia Meloni. «Per questo la Ue e l'Occidente stanzino subito un importante piano di aiuti», aggiunge, prima di concedere qualche sprazzo di “buonismo” «in favore di coloro che ci hanno aiutato in questi anni, come gli interpreti, chi ha collaborato con la nostra missione e le donne e i bambini in pericolo di vita». In ogni caso, a riparare al disastro, secondo Meloni, deve essere «l'amministrazione Usa», responsabile della crisi afghana.

A destra non si parla la stessa lingua

Non tutta la destra però parla la stessa lingua. Sul suo blog l a ministra di Forza Italia per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini sostiene la necessità per l'Ue di trovare una linea comune per gestire l'emergenza: «L'Europa deve parlare con una voce sola a difesa dei diritti umani e dovrà essere in prima linea, per fronteggiare la crisi geopolitica e umanitaria, il cui impatto si riverserà ben presto sulle aree circostanti», scrive, allontanandosi dai toni perentori dei suoi compagni di coalizione. E mentre i partiti battibeccano, l’Esercito e il ministero della Difesa proseguono con le operazioni di evacuazione da Kabul. «Il Comando operativo vertice interforze ha attuato una accelerazione nelle operazioni di trasferimento, che adesso possiamo chiamare “ponte aereo umanitari” dei cittadini afghani collaboratori dell’Italia e, mi sento di dire, anche di tutti coloro che adesso sono in condizioni di necessità e hanno bisogno», dice l colonnello Diego Giarrizzo, lasciando ad altri il compito di fare distinzioni.