Il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, attualmente sotto procedimento disciplinare davanti al Csm per le accuse di molestie sessuali mosse dalla pm di Palermo Alessia Sinatra, lascia l'incarico: andrà in pensione anticipata. A darne notizia è il Corriere della Sera, al quale Creazzo affida le motivazioni della sua decisione: «Dopo 44 anni di servizio ho presentato la domanda per una mia scelta autonoma e personale. La scelta nasce dal fatto che il Csm nei giorni scorsi ha definito le procedure concorsuali per i posti direttivi che formavano oggetto delle ultime mie domande pendenti assegnandoli ad altri magistrati». «La domanda non avrà effetto immediato - chiarisce il procuratore - rimarrò tranquillamente a Firenze ancora per parecchio tempo». «Poiché non potrò più fare domande perché ho raggiunto i limiti di età, la mia carriera professionale non ha ulteriori prospettive», spiega ancora Creazzo, che puntava alle sedi di Reggio Calabria, Catanzaro e Bari, e prima ancora alla Procura di Roma. In merito al processo a suo carico davanti al "tribunale delle toghe", il capo della procura di Firenze mantiene il massimo riserbo, ribadendo però la sua innocenza: «Sono finito in un tritacarne», è il suo laconico commento. Su richiesta della difesa di Creazzo, il 7 maggio si è svolto a porte chiuse il procedimento disciplinare a suo carico apertosi al Csm, dove ha avuto luogo la prima udienza davanti al collegio che ha accolto l'istanza di privacy. Il magistrato è accusato di aver fatto delle avances alla pm antimafia di Palermo Alessia Sinatra, anche lei a giudizio disciplinare, durante un convegno a Roma nel dicembre del 2015. Sinatra non ha mai denunciato il collega, ma la vicenda è emersa anni dopo con la pubblicazione delle chat dell’ex capo Anm Luca Palamara, sorpreso a tentare di pilotare la nomina del procuratore di Roma, alla quale era candidato anche Creazzo. Nei messaggi, estrapolati dal telefono di Palamara e finiti su tutti i giornali, la pm Sinatra sollecitava la bocciatura di Creazzo confidando all'ex capo dell'Anm le presunte molestie: «È un essere immondo».  Per questo la Procura generale della Cassazione ha mosso a Sinatra l’incolpazione di aver tenuto in tal modo un «comportamento gravemente scorretto» nei confronti di Creazzo per ottenere una sorta di «giustizia riparativa». Durante la prima udienza disciplinare davanti al Csm nei confronti di Sinatra, che si è tenuta il 22 aprile, è stato ascoltato il primo testimone chiesto dalla difesa, Francesco Vitrano, neuropsichiatra infantile siciliano che in passato aveva svolto consulenze per la Procura di Palermo e che con la magistrata aveva instaurato un rapporto di fiducia. Sinatra si confidò con lui: «La dottoressa mi disse che dopo la cena, mentre rientrava nella sua camera, il collega la baciò, fu invasivo». Il professor Mario Serio, che difende Sinatra, aveva chiesto al teste maggiori dettagli: «La palpeggiò, le mise le mani sul seno. Lei si sentì molto sofferente e violata nell’intimità, per lei era molto doloroso». Secondo il testimone, da quell’episodio - che Creazzo smentisce - la pm, a cui sarebbero bastate «scuse che credo non siano mai arrivate», avrebbe per anni sofferto di attacchi di panico e crisi d’ansia.