Ci sono due Movimenti 5 Stelle. Uno con le certezze di sempre. L’altro con le esperienze del governo. Non sono in contrasto. Convivono, e bene. Ad esempio: i pentastellati continuano a essere rigidi sulla giustizia penale, soprattutto sulla prescrizione. Sono in sintonia con Marta Cartabia ma potrebbero non esserlo più se la guardasigilli modificasse la norma Bonafede. Ma proprio il Movimento che più spesso è additato dai garantisti quale nemico scopre di avere a cuore la tutela dei diritti e delle garanzie, anche in campo penale, per particolari categorie. Nello specifico, per i medici e gli operatori che somministrano in questi giorni i vaccini. Tra le dichiarazioni favorevoli allo «scudo legale» si è levata tra le altre la voce di Arnaldo Lomuti, avvocato e senatore 5 stelle della commissione Giustizia, che ha definito «assolutamente prioritaria» la misura “scriminante” per i camici bianchi. I quali, ha aggiunto, vanno protetti «da azioni legali nei loro riguardi per la durata di questa emergenza». E ancora: «È una battaglia che mi sta particolarmente a cuore, tanto che già ad aprile presentai un emendamento al decreto Cura Italia per tutelare gli operatori sanitari da azioni legali». Cosa vuol dire? Che chi parte da posizioni anche “giustizialiste”, quando si misura con la realtà, può cambiare idea. Forse è il segno che la generazione di politici neofiti confluita nel Movimento di Grillo non è ideologicamente “costretta” in una visione general-preventiva, ma risente come la maggior parte dei cittadini di un’onda mediatica pluridecennale tutta sbilanciata sui teoremi delle Procure. Posizioni come quella del senatore Lomuti sono una buona speranza per chi in Italia, a cominciare dagli avvocati, si batte per i diritti e le garanzie, per promuoverne la cultura tra i cittadini, innanzitutto. Persuadere, far conoscere, superare i pregiudizi è possibile eccome.