«Il 41 bis, instaurando di fatto una discriminazione fra detenuti e derogando al regime ordinario, è di per sé incostituzionale. Nasce come "reazione" alle stragi del 1992 e, dopo un periodo di vergognosa applicazione, basti pensare alla tortura di Pianosa, ha finito con essere "mantenuta" per finalità che non sono chiarissime». A dirlo, in una intervista allAdnkronos, è lavvocato Rosalba Di Gregorio, legale del capomafia Bernardo Provenzano fino alla morte del boss nel luglio 2016. Commentando leditoriale di Giuseppe Pignatone, su Repubblica, in cui lex Procuratore di Roma ribadisce che il carcere duro per i boss non va cancellato. E che «tra le questioni più delicate che la nuova titolare del ministero della Giustizia dovrà ben presto affrontare cè quella relativa al trattamento dei detenuti per reati di mafia», il legale spiega: «La vicenda dellavvocatessa che, secondo laccusa, faceva riunioni di soggetti, evidentemente liberi, o veicolava messaggi ai detenuti, non centra nulla con il 41 bis». «Lo stesso dottor Pignatone ammette la necessità di attenzionare posizioni di soggetti, detenuti da anni e anni, per cui andrebbero rivalutate le condizioni di applicabilità, con ciò ammettendo, correttamente, che lautomatismo nella applicazione di tale trattamento è la regola e che i decreti applicativi non sono, di fatto, motivati!». «Si va da soggetti, abbondantemente sostituiti sul territorio nei loro ruoli, cui si rinnova il 41 bis perché la associazione di cui 30 anni fa faceva parte, è ancora viva!». «È chiaro che se è viva è perché ha operato fregandosene dei pareri del detenuto. Se il 41 bis ha funzionato, infatti , dalle gabbie del 41 non è uscito alcun messaggio - prosegue lavvocato Di Gregorio - Ma il tema diventa inquietante, laddove si mantiene il 41bis a soggetti privi di capacità intellettive. Ricordo Provenzano, leggo di Cutolo...». «Se incapaci addirittura di formulare pensieri, perché è stato lasciato loro il regime speciale, così dimostrandone palesemente la totale incostituzionalità? Bel tema per il nuovo Ministro». «Quelli vecchi, i ministri intendo, proprio sul punto dei mortì lasciati in 41 bis non hanno certo brillato per preparazione», conclude Rosalba Di Gregorio.