«Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato». Inizia così il post di Beppe Grillo sul suo blog, con un attacco diretto al Meccanismo europeo di stabilità che tante tensioni sta creando all'interno della maggioranza e tra le file del Movimento 5 Stelle. Del resto, dice il comico tornato a fare il "garante" e a dettare la linea al partito che ha fondato nel 2009, a escludere il ricorso al Mes «ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che “disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere”». E dunque, come reperire le risorse necessarie a risollevare la Sanità e l'economia italiana fortemente provate dalla pandemia? È qui che Grillo stupisce, lanciando proposte non troppo in linea con la posizione ufficiale del M5S. Primo punto, un vecchio cavallo di battaglia: «Far pagare l’Imu e l’Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa». Per il garante, «è giusto ricordare che, secondo i dati di Gennaio 2018, la Chiesa cattolica è proprietaria di di 140 università, 6.228 scuole materne, 1.280 scuole primarie, 1.136 scuole secondarie, 399 nidi d’infanzia, 354 consultori familiari, 1.669 centri di difesa della vita e della famiglia, 111 ospedali di medie dimensioni, 10 grandi ospedali, 1.853 ospedali e case di cura, 136 ambulatori», ricorda Grillo. «Tutte queste strutture portano alle casse della Chiesa 620 milioni di euro all’anno dall’Imu non pagata. La questione può essere così riassunta: è giusto che i beni immobili della Chiesa, presenti sul territorio nazionale, siano sottoposti alla stessa tassazione a cui sono sottoposti anche tutti gli altri immobili di proprietà di privati cittadini? Al di là di come uno la possa pensare, anche alla luce della recente sentenza Ue, la riposta è chiara. Sì». Anche perché, rimarca il comico genovese, c'è una sentenza della Corte di giustizia europea secondo cui lo Stato italiano deve riscuotere l’Ici non versata dalla Chiesa Cattolica tra il 2006 e il 2011 in virtù di una deroga concessa dal governo Berlusconi, successivamente ritenuta irregolare. La sentenza risale al 2018, quando Palazzo Chigi era retto ancora da una maggioranza giallo-verde e non si «fece nulla perché la Lega (con la sua ostentazione di crocefissi e rosari) non intendeva mettersi “contro” la Chiesa. Come se chiedere il pagamento di tasse dovute fosse un atto vessatorio», dice Grillo, che subito dopo però lancia una frecciata, notizia quasi inedita, anche agli attuali alleati di governo. Perché nel frattempo, con l'insediamento del Conte due, una pattuglia di senatori grillini ha depositato a Palazzo Madama un disegno di legge per recuperare quel denaro dovuto dalla Chiesa. «Un arretrato che, secondo le stime Anci, varrebbe circa 5 miliardi di Euro», insiste Grillo. «Il perché quella proposta sia rimasta sepolta nei cassetti di Palazzo Madama resta incerto, forse, come qualcuno sostiene, i tentennamenti del Pd che su questo tema (come per l’eutanasia) sembra dominato in modo inquietante dalla componente cattolica hanno svolto un ruolo decisivo», è la sferzata. Ma è la seconda proposta a fare ancora più rumore, perché non in sintonia con quanto affermato dai vertici penta stellati in questi giorni: il sì a una patrimoniale per super ricchi. Pur non condividendo l'idea di patrimoniale bocciata in commissione Bilancio - presentata da Leu e da una parte del Pd - Grillo avanza una proposta che va nella stessa direzione. «E se per una volta, invece che sovraccaricare di tasse la classe media che sta lentamente scomparendo, si procedesse a tassare soltanto i patrimoni degli italiani più ricchi?», si chiede il fondatore. «Nel nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto sulla ricchezza globale del Credit Suisse, ci sono 2.774 cittadini con un patrimonio personale superiore a 50 milioni di euro; se sommati, i loro patrimoni, ammonterebbero addirittura a circa 280 miliardi», spiega il comico. «Secondo la prestigiosa rivista Forbes, che tutti gli anni si preoccupa di stilare le sue consuete classifiche dei paperoni in giro per il mondo, in Italia ci sono altre 40 persone miliardarie o multimiliardarie. Non sarebbe più equo, dunque, rivolgersi a loro piuttosto che al resto della popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario?». Dunque, la soluzione, per Grillo, sarebbe chiedere  «un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un’entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori». In definitiva, «se sommate, le due proposte (Imu per la Chiesa e patrimoniale per super ricchi, ndr), porterebbero nel biennio 2021/2022 all’incirca 25 miliardi di euro subito spendibili e liberi da vincoli di rientro», conclude il "garante" del Movimento 5 Stelle. «Per questo motivo incaponirsi sull’assurda discussione sui fondi del Mes, che vengono descritti come la panacea di tutti i mali, è una mera perdita di tempo ed energie».