Genova non finisce mai. A quasi vent'anni dal G8 del 2001, Vincenzo Vecchi, l’ex no global ricercato per gli scontri di piazza, ricorre alla Corte di Cassazione francese. La decisione, annunciata dal Comitato di solidarietà a Vecchi e confermata dai suoi avvocati Catherine Glon e Maxime Tessier, fa seguito a un ricorso analogo (ma di natura opposta) presentato dal procuratore di Angers che lo scorso 6 novembre aveva deciso di rivolgersi alla Cassazione contro la decisione della Corte di Appello di Angers che il 4 novembre non aveva riconosciuto il reato di devastazione e saccheggio e rifiutato l’estradizione in Italia di Vincenzo Vecchi.  «Abbiamo presentato anche noi un ricorso. Ora la Corte di Cassazione potrà riesaminare l’insieme del dossier», spiega Glon all’Adnkronos. «Dopo il verdetto equilibrato della Corte di Appello di Angers del 4 novembre, dopo quello della Corte di Appello di Rennes che un anno prima aveva scarcerato Vecchi - afferma il Comitato di Solidarietà a Vincenzo Vecchi - pensavamo che era onorevole per la giustizia chiuderla qua. Invece il Procuratore di Angers, apparentemente poco rispettoso della nozione di interesse della giustizia, ha deciso di ricorrere in Cassazione. Di fronte a questo accanimento, anche Vecchi ricorre in Cassazione. Speriamo che la Corte saprà fare cessare questa assurdità sostenendo il buon senso e la giustizia». Arrestato a Rochefort en Terre il 10 agosto 2019, su richiesta della polizia italiana, Vecchi non è mai stato estradato in Italia perché secondo la Corte d’appello di Angers il reato di devastazione e saccheggio non ha un corrispettivo nell'ordinamento francese. E il motivo è semplice: questo reato del codice penale affonda le proprie radici nel codice Rocco di epoca fascista, considerato troppo scivoloso da altri ordinamenti, visto che  può essere applicato anche nei casi in cui il soggetto non è coinvolto direttamente negli scontri, per esempio sulla base della cosiddetta «compartecipazione psichica» agli eventi. Il Tribunale di Angers ha invece riconosciuto altre due condanne, per l’aggressione a un fotografo e il possesso di una molotov, in base alle quali Vecchi avrebbe dovuto scontare ancora un avanzo di pena di 1 anno, 2 mesi e 23 giorni, in Francia o in Italia, se la giustizia italiana avesse accettato la decisione della Corte di Appello sul reato più pesante per il quale Vecchi è stato condannato in Italia. Entro 3 mesi si riunirà la Cassazione per prendere una decisione. Non è la prima volta che il Procuratore francese ricorre in Cassazione. Dopo la decisione del novembre del 2019 della Corte di Appello di Rennes che aveva deciso la scarcerazione di Vecchi il Procuratore di Rennes era ricorso i Cassazione. Il 18 dicembre 2019 la Corte francese aveva annullato la sentenza del tribunale di Rennes che aveva ritenuto che la procedura nei confronti di Vecchi fosse nulla in quanto il Procuratore francese non aveva trasmesso alle autorità italiane il nome dell’avvocato italiano di Vecchi e questo, aveva stabilito la Corte, aveva portato un pregiudizio ai diritti della difesa. La Corte di Appello di Angers, invece, si è espressa nel merito della questione, cioè sulla regolarità del mandato di arresto europeo. È una lunga telenovela quella dell’ex no global. Vecchi era stato condannato, con sentenza resa definitiva dalla Corte di Cassazione italiana il 13 luglio 2012, alla pena di 11 anni e 6 mesi per le violenze verificatesi durante il G8 di Genova. Aveva inoltre riportato una condanna a 4 anni di reclusione per alcuni scontri che hanno avuto luogo in occasione di una manifestazione antifascista a Milano nel marzo del 2006. Per quanto riguarda la condanna per i fatti di Milano è stato ritenuto che la pena era stata già scontata e quindi è decaduto uno dei due mandati europei.