Le porte della prigione si aprono per Vincenzo Vecchi: la Corte di appello del tribunale di Rennes in Bretagna ha ordinato infatti la liberazione dell’ex militante no- global, arrestato l’ 8 agosto scorso in Francia dove viveva in clandestinità dal 2009. Sulla sua testa pendevano due mandati d’arresto europei, per «devastazione e saccheggio» e «uso di armi proibite in un luogo pubblico», in riferimento a fatti commessi durante il G8 di Genova del 2001.

L’Italia aveva chiesto l’estradizione di Vecchi, condannato con sentenza definitiva della Cassazione a 11 anni e mezzo di reclusione. E invece ieri il colpo di scena: i giudici della Corte di appello di Rennes hanno riscontrato «l’irregolarità» del mandato d’arresto europeo nei confronti di Vecchi e ne ha stabilito l’immediatorilascio. All’esterno del tribunale la sentenza è stata accolta tra le lacrime di gioia e gli applausi da decine di sostenitori dell’ex no- gobal, i quali questa estate si erano costituiti in comitati per ottenere la sua liberazione. Vecchi, che oggi ha 46 anni, da diversi anni viveva a Rochefort- en- Terre, nel distretto di Morbihan, dove lavorava come pittore e carpentiere col nome Vincent Papale.

Vecchi che si è sempre dichiarato innocente, contestando il suo arresto ( «è una vendetta» ), sarebbe dovuto essere trasferito a breve in una prigione italiana, ma i suoi avvocati hanno individuato decine di irregolarità nel suo arresto. Tra i sostenitori di Vecchi, oltre ai familiari e agli amici anche diverse personalità del mondo della cultura francese, su tutti lo scrittore Eric Vuillard, premio Goncourt 2017, che si scaglia contro la la condanna a 11 anni e mezzo definendola una sentenza politica: «Tutti ricordano le violenze della polizia a Genova; ci fu un morto e 600 feriti, una repressione inaudita.

La giustizia italiana è mentitrice e la menzogna è un crimine, Il mandato di arresto è privo di fondamento giuridico, Vincenzo Vecchi non è un criminale, è un manifestante e deve essere liberato, 12 anni di galera sono una vergogna», tuonava lo scorso 18 ottobre sul sito web del settimanale Nouvel Observateur. Maxime Tessier, uno degli avvocati difensori di Vecchi esprime una comprensibile soddisfazione per la decisione dei giudici bretoni: «Questa è la vittoria dei comitati di sostegno per Vincenzo, per tre mesi non hanno mai allentato la pressione, mantenendo alta l’attenzione mediatica sul suo caso».

Anche se non sono ancora note le irregolarità individuate dalla Corte di Rennes è pacifico che in discussione c’è il mandato di arresto europeo, il quale non è uno strumento pensato per i reati contestati a Vecchi.

In vigore dal 2004, il dispositivo del mandato di arresto europeo è stato concepito per perseguire i reati di terrorismo, di traffico internazionale di droga e di esseri umani.