È mistero sui casi di Covid al 41 bis a Opera. Ancora una volta, dal report del Dap, non compaiono i 4 detenuti al 41 bis positivi al Covid nel carcere di Opera e finiti in terapia intensiva. Parliamo dei dati che ricevono i sindacati, periodicamente messi a disposizione dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Il numero dei detenuti contagiati, aggiornati a domenica scorsa, è di 537. Ma, forse per l’ennesima distrazione, non sono stati ancora una volta conteggiati i sositivi al Covid al 41 bis a Opera, tra cui almeno tre sono finiti in ospedale. Uno di loro è particolarmente grave, perché già malato terminale. Il mistero dei dati diffusi dal Dap Come mai nel report del Dap, per quanto riguarda il carcere di Opera, hanno contato zero detenuti positivi al Covid al 41 bis a Opera? Dati però che non compaiono nemmeno tra quelli del Prap, tant’è vero che il Garante regionale della Lombardia non era a conoscenza dei positivi al 41 bis. A quanto pare sono “visibili” solamente quando, trionfalmente, gli vengono tolti i domiciliari nonostante l’incompatibilità con il regime duro per gravi motivi di salute. Quando però sono in pericolo di vita, silenzio tombale. Meglio non dirlo. Non interessa sapere che perfino i familiari, per giorni, sono stati tenuti all’oscuro delle condizioni di salute sul Covid al 41 bis a Opera. Da Catania a Milano per sapere che la salute del marito è compromessa Così come non interessa sapere la traversata che ha dovuto fare la moglie di Antonio Tomaselli per apprendere come sta, lui che è affetto da un gravissimo carcinoma ai polmoni e che può allungare la vita soltanto con una cura adeguata che il carcere – nei fatti – non può dare. Dopo una settimana con i sintomi è stato trasportato di urgenza nell’ospedale San Paolo e lì intubato perché ha avuto un peggioramento. Ma tutto questo lo si è potuto ricostruire dopo che la moglie Katiuscia ha ricevuto le sue lettere, arrivate in singolare ritardo, e solo dopo aver chiesto con insistenza il motivo per cui è stato ricoverato. Non solo. Per sapere in che condizioni si trova suo marito, lunedì scorso è partita dalla Sicilia per raggiungere Milano. Una lunga traversata che rischiava di diventare inutile. Sì, perché giustamente gli agenti penitenziari che erano lì, in ospedale, non erano autorizzati a dirle nulla. Lui, anche se intubato, è sempre in regime di 41 bis, per cui valgono le stesse dure regole di quando è in prigione. Rita Bernardini del Partito Radicale, si è attivata avvisando il Dap e il ministero della Giustizia, senza però ottenere alcuna risposta. «Questa mattina (lunedì 9 novembre ndr) la moglie di Antonio Tomaselli – si legge nella missiva inviata da Bernardini - è davanti al San Paolo per avere notizie sullo stato di salute di suo marito ricoverato in terapia intensiva per Covid-19. Tomaselli è in stato di detenzione cautelare al 41-bis di Opera ed ha un carcinoma ai polmoni. Katiuscia è giunta a Milano da Catania, da quando suo marito è ricoverato non ha più saputo alcunché, ma nessuno la aggiorna su come sta il marito. Prego qualcuno di voi di farle avere notizie, come è suo diritto».Ma nulla da fare. Disperata, Katiuscia ha detto che avrebbe messo la tenda lì e che non se ne sarebbe andata fino a quando non le avrebbero dato notizie sulle condizioni del marito. A quel punto gli agenti penitenziari, comprendendo la disperazione della donna, hanno contattato il direttore del carcere di Opera. Quest’ultimo si è reso disponibile, mettendosi in contatto con i medici per avere notizie. Alla fine il responso. Il marito è compromesso. Possibile che per ottenere qualche notizia sul marito, Katiuscia ha dovuto compiere un lungo viaggio, mentre sarebbe bastata una semplice e mail? I famigliari non riescono ad avere notizie di Salvatore Genovese Tutte le altre famiglie, che magari non sono in condizioni di muoversi, cosa dovrebbero fare? Come sta infatti accadendo con i famigliari di Salvatore Genovese. Il suo legale, l’avvocato Francesco Paolo Di Fresco, denuncia che non riescono ad avere notizie. Non risponde ovviamente l’ospedale che non è autorizzato, così come non risponde la direzione del carcere alle mail. In tutto, almeno per quanto Il Dubbio ha potuto accertare visto che il report del Dap non è aggiornato su Opera, sono 4 i detenuti al 41 bis contagiati, di cui tre sono ospedalizzati e almeno due in terapia intensiva visto il peggioramento. Uno di loro, Salvatore Genovese, 78enne al 41 bis fin dal 1999, cardiopatico, già operato di tumore, circa 10 giorni fa si è visto respingere l’istanza per la detenzione domiciliare. Per il giudice non era a rischio Covid visto il regime di isolamento del 41 bis. Così non è stato.