Da giorni non aveva sue notizie. Come se fosse un desaparecidos l’uomo nel carcere milanese di Opera, malato terminale al 41 bis, che solo dopo - e solo per puro caso – si è scoperto essere risultato positivo al Covid 19 e per questo ricoverato d'urgenza in ospedale. Katiuscia, la moglie di Antonio Tomaselli (così si chiama l’uomo al carcere duro), ha attraversato giorni di forte preoccupazione e angoscia nel non sapere che fine avesse fatto il marito. Solo il due novembre ha ricevuto l'informativa della direzione del carcere di Opera, in cui la si informava genericamente che il marito era ricoverato dal 31 ottobre al reparto di medicina protetta dell'Ospedale San Paolo. Il motivo? Nessuno gliel’ha detto in quel momento, né il Dap, né la direzione, né i medici. Silenzio totale. Ha un tumore inoperabile al polmone L’angoscia di Katiuscia, d’altronde, è stata più che giustificata visto che ad Antonio  Tomaselli avevano diagnosticato un tumore inoperabile al IV stadio al polmone destro, al polmone sinistro e al surrene, con una speranza di vita di tre anni. Lei, che è anche una infermiera, si dispera, cerca risposte, si informa. Ma nulla, persino gli avvocati si adoperano tramite pec senza ottenere alcuna risposta. Poi è subentrata la paura, anche a seguito dell’articolo con cui Il Dubbio ha dato notizia di almeno due detenuti positivi al covid. Sì, quelli al 41 bis di Opera, di cui uno ricoverato in ospedale. A quel punto si è fatto ancor più concreto il già forte presentimento che uno di quelli fosse proprio Tomaselli. Ma il silenzio è rimasto tombale, nonostante si tratti di un ricovero effettuato già da qualche giorno e i familiari abbiano il diritto di sapere cosa accade, soprattutto quando la questione riguarda la salute. Non c’è nessuna norma, per ora, che vieti tale diritto ai familiari dei reclusi al 41 bis. Aggiungiamoci anche che Tomaselli è al carcere duro in custodia cautelare e nemmeno imputato per fatti di sangue. Resta il fatto che il covid 19, dato assodato, può essere letale per chi presenta particolari patologie. Soprattutto polmonari, come Tomaselli. L'istanza di arresti domiciliari era stata rigettata Proprio ieri, Katiuscia ha però ricevuto una lettera del marito - datata 29 ottobre - in cui la informava che il giorno prima era risultato positivo al Covid, dopo aver avuto sintomi per una settimana. A quel punto le è crollato il mondo addosso: è proprio Tomaselli l’uomo al 41 bis finito in ospedale per via del Covid. Lei che è infermeria e vede casi del genere in prima persona, sa che il ricovero avviene quando i sintomi si fanno più gravi. Ma non solo. Durante la prima ondata, anche per scongiurare questo pericolo, hanno fatto istanza per chiedere gli arresti domiciliari. La Giudice per le indagini preliminari di Catania però l’ha rigettata, anche tenendo conto della reclusione al 41 bis, che teoricamente lo avrebbe protetto dal contagio. Per il Gip, così come tanti altri casi analoghi, non solo Tomaselli è compatibile, ma è anche in un regime carcerario in grado di fronteggiare l’emergenza. Purtroppo, non è stato così. Ora è un malato terminale al 41 bis Solo nella tarda serata di ieri è arrivata la comunicazione da parte della direzione, che per la prima volta ha informato la donna che il marito è ricoverato per covid e le sue condizioni si sono aggravate. L'indignazione di Rita Bernardini Rita Bernardini del Partito Radicale - la quale sulle pagine de Il Dubbio si occupò proprio della vicenda di Tomaselli in virtù del fatto che è un malato terminale al 41 bis - ha mandato un’amara lettera di denuncia a tutte le autorità, ministro della giustizia Alfonso Bonafede compreso. «Solo oggi (4 novembre) – scrive Bernardini - la signora riceve la lettera del marito in cui lui la informa della sua positività al Covid. Le poste italiane si sa sono lente, ma mai quanto l'amministrazione dello Stato che, mentre scrivo, non ha ancora fatto sapere ai familiari stretti (e agli avvocati) quali siano le condizioni di salute del loro congiunto. Umanità? Rispetto dei diritti fondamentali? Ditemi voi. Forse non ho letto bene la nostra Costituzione, che dovrebbe essere sacra per ogni cittadino e, ancor di più, per ciascun rappresentante dello Stato».