Continuità, pienezza del contraddittorio e ragionevole durata del processo. Il lockdown imposto dall’epidemia di coronavirus non ha fermato il lavoro della Corte Costituzionale, come ha sottolineato la presidente Marta Cartabia, intervenuta ad Agora Estate, ricordando i tre principi della giustizia costituzionale garantiti anche durante il periodo di chiusura. Anzi, i mesi di quarantena hanno forse permesso di “gettare un ponte per rafforzare illegame con i cittadini”, secondo le parole della stessa presidente. Che nel corso del suo pur breve mandato alla guida della Consulta – iniziato l’11 dicembre 2019 e che avrà termine il 13 settembre 2020 per scadenza del novennato come giudice costituzionale – ha saputo innovare la Corte sia dal punto di vista procedimentale sia tecnologico, avvicinandola al comune sentire dei cittadini. Una Corte che già dai viaggi nelle scuole e nelle carceri – da quest’ultimo è statotratto il docufilm Viaggio in Italia: la Corte Costituzionale nelle carceri – si eradimostrata attenta alle tematiche sociali che investono la comunità, fino a spiegarle attraverso un podcast nato in pieno lockdown.“Abbiamo iniziato a parlare dell’iniziativa già dallo scorso autunno – ha detto Cartabia – I podcast sono uno strumento di grandissimo sviluppo educativo soprattutto per i giovani, che apprendono molto durante l’ascolto”. E così, sin dalla puntata La Costituzione e la Repubblica, registrata dalla stessa presidente e pubblicata lo scorso 2 giugno, i cittadini possono ascoltare le voci dei giudici che spiegano, ad esempio, il rapporto tra la Corte e il carcere, l’economia, gli stranieri. Tra le novità di cui ha parlato la presidente Cartabia anche i processi “con una maggiore partecipazione della società civile e di esperti, per rafforzare il legame di fiducia tra cittadini e istituzioni”. E ne ha parlato sempre al plurale perché, ha spiegato, “la Corte è un collegio ampio, ed esserne alla guida vuol dire valorizzaretutti i contributi”. Avvicinandosi il momento dell’addio alla Consulta (il mandato di giudice costituzionale non è rinnovabile), la presidente ha risposto alla domanda su cosa farà dopo il 13 settembre, spiegando che tornerà agli studiaccademici e all’insegnamento universitario. “Credo che il lavoro educativo di formazione delle nuove generazioni sia un contributo che si dà non soltanto per lo svolgimento di un’attività professionale – ha concluso – ma anche per la crescita del Paese”.