«Chi sta governando l’Italia ha l’obbligo di non tergiversare, sul tavolo risorse per la Sanità mai viste»: è quanto scrive il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un intervento sul Corriere della Sera, nel quale elenca dieci ragioni per dire sì al Mes. Un appello lanciato al Movimento 5 stelle, affinché cambi atteggiamento sui fondi Ue: «La danza immobile delle parole, slogan, furbizie lasciamoli alle destre, noi anche nel nostro partito dedichiamoci a dare risposte alle persone e ricostruire l’Italia uniti. Questa è la missione del Pd», spiega il segretario dem. Ma sempre sul Corriere arriva la risposta di Stefano Buffagni, viceministro M5s allo Sviluppo. «Il Pd dovrebbe prima spendere i soldi che i loro ministri hanno in portafoglio e che i loro presidenti di Regione hanno per la sanità e non stanno spendendo - ha dichiarato in un'intervista -. Oltre i 16 miliardi che ci sono già per gli investimenti. Il Paese ha bisogno di spendere i soldi stanziati per far ripartire l’economia e non di fare campagna su uno strumento che è diventato una bandierina». Cautela confermata ieri anche dal vicepresidente del parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo, del M5s, che ha ricordato come «dobbiamo ancora trovare qualcuno che smentisca il contenuto dell’articolo 13 del trattato sul Mes e l’art. 14 del regolamento 472 del 2014. Andateli a leggere. I problemi attualmente non sono sull’accesso al fondo, ma su quando si dovrà rientrare dal prestito». Usare i fondi del Mes «sulla sanità per poter spostare risorse su altri comparti sarebbe una violazione della stessa "linea pandemica". Noi rimaniamo contrari per motivi di ordine economico e giuridico, tanto più visto che la Bce ha sapientemente incrementato il quantitative easing», ha aggiunto.

Alla Camera l'esame del dl Rilancio

Intanto, alla Camera entra nel vivo l’esame del decreto Rilancio, con alcune novità introdotte in commissione Bilancio per lo più contenenti misure sanitarie. Via libera all’assunzione a tempo indeterminato di precari impiegati nelle pubbliche amministrazioni del Servizio sanitario nazionale con almeno tre anni di servizio e un bonus fino a 2.000 euro lordi per medici, infermieri e personale sanitario impiegato nelle terapie intensive. Il blocco degli sfratti sarà poi prorogato dal primo settembre al 31 dicembre 2020 dopo aver approvato un emendamento di Leu e Pd che estende fino a fine anno la sospensione fino al primo settembre inserita nel decreto Cura Italia. Nella maggioranza invece si continua a lavorare per arrivare a un’intesa sull’aumento dei fondi alle scuole paritarie, su cui si registra un pressing bipartisan, e sugli aiuti al settore dell’auto.