Di seguito pubblichiamo la lettera del presidente dell'Unione delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza ai colleghi. Carissime, carissimi, la stesura del Decreto Legge relativo alle misure eccezionali nel comparto giustizia è in via di definizione. Come avrete potuto constatare, siamo impegnati da molte ore ad assicurare al ministro di Giustizia ed al Governo il contributo dei penalisti italiani, forte della quotidiana esperienza forense e del complesso dei valori che da sempre ispirano e guidano l’Unione delle Camere Penali Italiane. Sin dal primo momento abbiamo segnalato due temi critici: la necessaria omogeneità sul territorio nazionale dei prospettati interventi di sospensione delle udienze, e l’indispensabile ancoraggio dei criteri di urgenza per la trattazione di alcuni procedimenti a parametri normativi per quanto possibile oggettivi e vincolanti la discrezionalità del Giudice. Abbiamo incontrato attenzione, ascolto ed autentica considerazione nei confronti di quelle nostre sollecitazioni da parte del ministro, ed intendo dargliene nuovamente atto. L’idea della sospensione feriale delle udienze è stata interamente fatta propria dal ministro, come egli ha avuto già modo di annunciare pubblicamente, espressamente riferendosi alle nostre prese di posizione pubbliche. Sul secondo profilo, che riguarderà l’attività giudiziaria a partire dal 23 marzo prossimo, attendiamo che le nostre preoccupazioni vengano in buona misura recepite nell’emanando decreto. Occorre comprendere il momento emergenziale gravissimo, e dunque occorre avere il senso di responsabilità e l’intelligenza di accettare l’idea di soluzioni quando più possibile condivise e perciò stesso in parte necessariamente diverse da quelle che esprimeremmo se avessimo noi la responsabilità del Governo del Paese. Vi sono principi inderogabili, sui quali non sono possibili mediazioni; su di essi vigiliamo e vigileremo senza riserve. Vi sono poi terreni di mediazione che la straordinaria gravità del momento deve imporci di percorrere con intelligenza e senso di responsabilità. Vedremo ad horas i risultati di questa interlocuzione, che abbiamo voluto ispirare nei sensi che Vi ho ora segnalato. Trattandosi poi di un decreto legge, ci saranno comunque tempi e modi per eventuali, successivi aggiustamenti in sede di conversione. Immediatamente dopo, già da domattina, dobbiamo parlare di carcere, al di là delle misure immediate. La situazione impone di pensare a soluzioni drastiche, coraggiose, connotate da quella eccezionalità che la nostra stessa Costituzione contempla. Amnistia ed indulto bussano alle porte della coscienza civile del Paese, se essa non si è ancora smarrita. Ne parleremo a breve. Un abbraccio a tutti Voi, ed in particolare alle Colleghe ed ai Colleghi delle regioni più colpite da questa emergenza sanitaria. A loro diciamo: siamo con Voi, Vi siamo vicini, consapevoli di essere chiamati ad una prova comune, che renderà ancora più forti i nostri vincoli di amicizia e di fraternità.