«Io non vorrei andare a votare, ma se ci costringono lo faremo. È un peccato ma dobbiamo prenderne atto. Non ho nessun tipo di paura, ci mancherebbe». Parole e musica di Matteo Renzi che ieri, per primo, ha ventilato l’ipotesi di nuove elezioni. Una “minaccia” arrivata dopo il brusco stop del vertice di maggioranza e alla quale ha prontamente risposto Andrea Orlando, numero due di Zingaretti: «Siamo tutti pronti, quello che dobbiamo chiederci è se sia utile al Paese», ha infatti replicato l’ex ministro della giustizia di Renzi e Gentiloni.

Ma cos’è che ha fatto esplodere la nuova “crisi” in maggioranza? Dopo le fibrillazioni sul blocca prescrizione, il governo giallorosso è tornato a dividersi sulle tasse. Italia viva insiste sul taglio delle tasse sulla plastica e sulle bevande zuccherate. «Non mi va che con il populismo si costruiscano occasioni per aumentare il reddito di cittadinanza. Abbiamo troppe tasse, questo è il vero problema del nostro Paese, la gente i primi 20 giorni del mese va al lavoro solo per pagare le tasse», ha infatti dichiarato Renzi che, dopo il lento tramonto berlusconiano, punta decisamente a conquistare i consensi in fuga da Forza Italia.

Ma se per Renzi le nuove tasse sono «una follia e mettono a rischio posti di lavoro», Pd e 5Stelle sono convinti che ci sono ben altre priorità nella gestione delle risorse. L'attacco più duro arriva proprio dal partito di Zingaretti: «Italia Viva ai lavoratori italiani preferisce le multinazionali delle bibite gassate, come la Coca Cola», dicono fonti dem.

La replica della ministra Teresa Bellanova: «Dividere i lavoratori è da miserabili». Ma lo scontro si è acceso quando i tecnici del mef hanno scovato 400 milioni di euro ancora a disposizione. Ed è a quel punto che la ministra di Italia Viva, Teresa Bellanova, ha chiesto che fossero impiegati per cancellare la tassa sulla plastica e la sugar tax.

Una proposta che i ministri Pd hanno immediatamente rispedito al mittente chiedendo che invece fossero usati per tagliare ancora di più il cuneo fiscale. «Se ci sono davvero più risorse e di questo si discute al vertice di maggioranza, mettiamole per ridurre ulteriormente la pressione fiscale sui salari dei lavoratori italiani», ha infatti twittato Orlando quando il vertice era ancora in corso.

Ma quel punto sono intervenuti i ministri grillini chiedendo che quei soldi fossero destinati per aumentare gli stipendi dei vigili del fuoco. Risultato: bagarre e vertice interrotto.

Solo grazie alle diplomazie i ministri sono tornati intorno al tavolo a caccia di un accordo.

Accordo che alla fine è stato raggiunto, almeno a dar retta alle parole del ministro per i rapporti col Parlamento, il grillino Federico D’Incà: «Abbiamo chiuso su tutto».