È con grande indignazione che abbiamo appreso dell’invito rivolto dal governo italiano a Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri del regime iraniano, affinché intervenisse alla quinta edizione della conferenza “Roma Med – Dialoghi mediterranei”, che si terrà a Roma da giovedì a sabato prossimi. Al momento di mandare in stampa questo numero del giornale, non ci sono conferme sulla partecipazione di Zarif che, anzi, secondo le ultime indiscrezioni, avrebbe rinunciato al viaggio in Italia. A dissuaderlo potrebbero essere state sia le manifestazioni in corso in Iran che quelle che avrebbero potuto a tenersi Roma per protestare contro la dura repressione di Teheran.
In Iran è in corso una rivolta che si è estesa a 182 città in 31 province. Le autorità hanno interrotto Internet e messo in atto una repressione che ha causato la morte di 450 persone, 4000 feriti e l’arresto di oltre 10mila manifestanti. La Resistenza iraniana ha pubblicato i nomi di 179 vittime, tra cui giovani e adolescenti, la maggior parte uccise da cecchini o dalle Guardie Rivoluzionarie che sparavano a distanza ravvicinata. La Guida Suprema ha dato l’ordine di sparare per uccidere. I social media sono pieni di video sulle atrocità commesse dalle forze di sicurezza in Iran.
Il destino dei 10mila arrestati ci preoccupa, soprattutto perché le autorità ne hanno chiesto l’esecuzione e perché sono torturati a che facciano false confessioni in televisione. In queste condizioni, come poteva la conferenza “Roma Med – Dialoghi mediterranei” parlare di “dialogo” con Mohammad- Javad Zarif, che rappresenta un regime in guerra contro il suo popolo e responsabile di crimini contro l’umanità? Che dialogo ci può essere con un regime che è il campione mondiale delle esecuzioni e che si è reso responsabile del massacro di 30mila prigionieri politici nel 1988?
L’invito a Zarif ha comunque significato voler ignorare tutto questo e perseverare nell’errore di considerare l’Iran la soluzione delle crisi del Medio Oriente quando invece ne è la causa anche con le sue politiche nucleari, missilistiche e di sostegno a movimenti terroristici, come tali foriere solo di destabilizzazione.
Il Governo italiano dovrebbe considerare tutto questo come anche il fatto che Mohammad- Javad Zarif è in cima alla black list americana: invece di essere invitato dovrebbe essere portato davanti una Corte di giustizia per crimini contro l’umanità.
Chiediamo al Governo e alla conferenza “Roma Med – Dialoghi mediterranei” di condannare fermamente la sanguinosa repressione in atto in Iran, di denunciare il ruolo destabilizzatore dell’Iran in Medio Oriente e di sollecitare le Nazioni unite ad inviare urgentemente una missione che accerti l’entità dei crimini compiuti e visiti i detenuti al fine di impedirne l’esecuzione.
ELISABETTA ZAMPARUTTI
Nessuno tocchi Caino
GIULIO TERZI DI SANT’AGATA
Global Committe for the Rule of Law- Marco Pannella
Con l’Iran non si può dialogare: il governo mobiliti l’Onu per fermare la repressione
È con grande indignazione che abbiamo appreso dell’invito rivolto dal governo italiano a Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri del regime iraniano, affinché intervenisse alla quinta edizione della conferenza “Roma Med – Dialoghi mediterranei”, che si terrà a Roma da giovedì a sabato prossimi. Al momento di mandare in stampa questo numero del giornale, non ci sono conferme sulla partecipazione di Zarif che, anzi, secondo le ultime indiscrezioni, avrebbe rinunciato al viaggio in Italia. A dissuaderlo potrebbero essere state sia le manifestazioni in corso in Iran che quelle che avrebbero potuto a tenersi Roma per protestare contro la dura repressione di Teheran.
In Iran è in corso una rivolta che si è estesa a 182 città in 31 province. Le autorità hanno interrotto Internet e messo in atto una repressione che ha causato la morte di 450 persone, 4000 feriti e l’arresto di oltre 10mila manifestanti. La Resistenza iraniana ha pubblicato i nomi di 179 vittime, tra cui giovani e adolescenti, la maggior parte uccise da cecchini o dalle Guardie Rivoluzionarie che sparavano a distanza ravvicinata. La Guida Suprema ha dato l’ordine di sparare per uccidere. I social media sono pieni di video sulle atrocità commesse dalle forze di sicurezza in Iran.
Il destino dei 10mila arrestati ci preoccupa, soprattutto perché le autorità ne hanno chiesto l’esecuzione e perché sono torturati a che facciano false confessioni in televisione. In queste condizioni, come poteva la conferenza “Roma Med – Dialoghi mediterranei” parlare di “dialogo” con Mohammad- Javad Zarif, che rappresenta un regime in guerra contro il suo popolo e responsabile di crimini contro l’umanità? Che dialogo ci può essere con un regime che è il campione mondiale delle esecuzioni e che si è reso responsabile del massacro di 30mila prigionieri politici nel 1988?
L’invito a Zarif ha comunque significato voler ignorare tutto questo e perseverare nell’errore di considerare l’Iran la soluzione delle crisi del Medio Oriente quando invece ne è la causa anche con le sue politiche nucleari, missilistiche e di sostegno a movimenti terroristici, come tali foriere solo di destabilizzazione.
Il Governo italiano dovrebbe considerare tutto questo come anche il fatto che Mohammad- Javad Zarif è in cima alla black list americana: invece di essere invitato dovrebbe essere portato davanti una Corte di giustizia per crimini contro l’umanità.
Chiediamo al Governo e alla conferenza “Roma Med – Dialoghi mediterranei” di condannare fermamente la sanguinosa repressione in atto in Iran, di denunciare il ruolo destabilizzatore dell’Iran in Medio Oriente e di sollecitare le Nazioni unite ad inviare urgentemente una missione che accerti l’entità dei crimini compiuti e visiti i detenuti al fine di impedirne l’esecuzione.
ELISABETTA ZAMPARUTTI
Nessuno tocchi Caino
GIULIO TERZI DI SANT’AGATA
Global Committe for the Rule of Law- Marco Pannella
Partito Radicale
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