Pietro Tatarella è da ieri pomeriggio ai domiciliari. L’ex consigliere comunale di Milano di Forza Italia, arrestato lo scorso 7 maggio con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al finanziamento illecito, lascia dunque il carcere di Busto Arsizio.

Le motivazioni del Tribunale del riesame saranno note nei prossimi giorni. La vicenda di Tatarella, cento giorni di custodia cautelare in carcere di cui sessanta in regime di massima sicurezza, era stata raccontata ieri da Il Dubbio.

La Dda del capoluogo lombardo, alla vigilia delle ultime elezioni europee, aveva terremotato i vertici di Forza Italia sotto la Madonnina.

Oltre a Tatarella, che a quelle elezioni era candidato nella circoscrizione del Nord Ovest, era stato arrestato Fabio Altitonante, coordinatore azzurro a Milano e sottosegretario in Regione Lombardia.

I tempi dell’indagine, ad oggi ancora in corso, e la lunga carcerazione preventiva di Tatarella avevano sollevato forti perplessità del Pd milanese. Il primo ad intervenire era stato il consigliere comunale Alessandro Giungi. “Pietro Tatarella è in carcere da tre mesi - aveva scritto il consigliere del Pd a Palazzo Marino - senza che vi sia stato neppure l'inizio del processo. Tre mesi di cui uno in completo isolamento.

Dove siete garantisti a corrente alternata? Dove siete per le migliaia di persone detenute nelle stesse condizioni di Tatarella? Il carcere come strumento di pena ‘ preventiva’ a me fa orrore”. Poi era stato il turno di Pietro Bussolati, consigliere regionale lombardo, recentemente nominato nella segreteria nazionale del Pd con delega alle imprese e alle professioni da Nicola Zingaretti.

Dopo aver stigmatizzato le modalità di trasferimento di Tatarella dal carcere di Opera ( MI) a quello di Busto Arsizio, alla vigilia di Ferragosto e senza che fosse stato comunicato alla famiglia, Bussolati aveva ricordato la carcerazione preventiva per l’ex consigliere azzurro era “inaccettabile perché sia che Tatarella sarà ritenuto colpevole che innocente si tratta di una detenzione preventiva senza che il processo sia nemmeno iniziato”.

A rincarare la dose, infine, l’avvocato Mirko Mazzali, delegato del sindaco di Milano Beppe Sala alle periferie.

“A proposito di custodia cautelare e di carcere, che una persona detenuta venga trasferita senza che nessuno si preoccupi, neanche a trasferimento avvenuto, di avvisare i familiari è una cosa vergognosa', aveva sottolineato Mazzali.

Questo episodio non deve però fare dimenticare, ha ricordato ieri Giungi dopo aver appreso della scarcerazione di Tatarella, che attualmente ci sono “20.000 persone detenute in attesa di una condanna definitiva, di cui 10.000 senza neppure un giudizio di primo grado: l’imputato, recita l’art. 27 della Costituzione, non è considerato colpevole fino alla condanna definitiva”.