«Felice per la mozione Pd pro Tav che ho sempre sostenuto andasse votata. Se fosse passata quella 5S con astensione opposizioni la spaccatura sarebbe diventata una sfiducia politica a Conte. Ma ormai non vale più la pena parlarne».

LE CRITICHE DI CALENDA E ZANDA Parole e musica di Carlo Calenda che, dal seggio di Bruxelles esulta per la sconfitta degli anti- Tav ma ha da critica la scelta del Pd di “aver salvato” il governo. Una linea sposata prima di tutto dall’ex segretario Matteo Renzi e fatta propria anche dal suo successore, Nicola Zingaretti. Insomma, anche nel giorno della “vittoria”, nel Pd non c’è pace.

E a rilanciare la polemica ci ha pensato il tesoriere dem Luigi Zanda che, un minuto dopo la conclusione del voto, ha attaccato: «Sono a favore della Tav ma ho votato per disciplina del gruppo, perché politicamente sarebbe stato molto più utile uscire dall'Aula».

E ancora: «Uscire poteva aiutare a fare emergere con più forza l'incompatibilità ormai conclamata tra Lega e M5s: c'erano ministri della Lega da una parte e M5s dall'altra. Ma sarebbe stato utile uscire anche per noi perché non mi è piaciuto vedere il voto Pd accostato a Lega, Fi e Fdi».

Ma c’è una parte dei dem che prova a guardare avanti e superare le divisioni interne.

IL SEGRETARIO ZINGARETTI A cominciare dal segretario Nicola Zingaretti «Il governo Conte non ha la maggioranza. I litigi di questi giorni e le passeggiate in spiaggia volevano nascondere la verità. Conte deve recarsi al Quirinale e deve riferire che non ha una maggioranza».

«La verità è che hanno portato il Paese sul lastrico - ha concluso - e che non sanno come uscirne. In questi tredici mesi hanno dilapidato un enorme patrimonio, ci sono tanti debiti e non ci saranno i soldi per le misure di cui il Paese ha bisogno».

Infine Matteo Renzi, che prima attacca i colleghi dem che avrebbero voluto uscire dall’Aula del Senato e poi fa una “proposta indecente” al Movimento 5Stelle: «Oggi abbiamo votato a favore della Tav. Noi pensiamo al Paese e dunque siamo per il Sì». «Divertente la strategia di alcuni statisti nostrani, a cominciare da Di Battista e qualche dem: Pd doveva votare contro la Tav, così Salvini si sarebbe arrabbiatò. Facciamo una cosa... I 5S vogliono davvero la crisi? Che votino la mozione di sfiducia a Salvini del 12/ 9: dai rubli ai 49milioni, le ragioni non mancano. Vogliono mandare a casa il Governo? Facciamolo sui soldi alla Lega, non sulla Tav. I 5S avranno coraggio o resteranno abbarbicati alla poltrona?».