«Non avrò pace fino a che l’ultimo bambino sottratto ingiustamente alle famiglie non tornerà a casa da mamma e papà». Matteo Salvini arringa la folla dai gradini del municipio di Bibbiano, indagine “Angeli e Demoni”. Parla «da papà, prima che da ministro», promette una commissione d’inchiesta entro agosto e prende le distanze dalle polemiche grilline contro il Pd: «non è una questione di colore politico». Ma rilancia la sua battaglia contro i rom, quelli sì meritevoli di essere allontanati dai propri figli.

La giornata di Salvini La marcia su Bibbiano del ministro dell’Interno si apre con l’incontro con alcuni genitori, che hanno chiesto a Salvini di poter riabbracciare i propri figli. Perché anche se lo scandalo documentato dall’inchiesta riguarda sei casi - e quattro bambini, proprio lunedì, sono tornati dai genitori naturali su decisione del Tribunale dei minori - i numeri degli affidi in Emilia Romagna, afferma il ministro, sono esorbitanti.

«Solo negli ultimi anni sono 10mila i bambini portati via ai genitori in Emilia Romagna - dice -. È un numero che non esiste, sul quale andremo fino in fondo». Difficile stabilire che lasso di tempo interessi questo dato. Quel che è certo, però, sono gli impegni presi davanti alla folla urlante che invoca giustizia e punizioni esemplari, come «il taglio della pensione per queste persone». Salvini asseconda gli appetiti della gente. «Il posto giusto per certa gente è la galera», afferma e preannuncia le iniziative leghiste: «entro i primi giorni d’agosto verrà approvata una commissione d’inchiesta sulle case famiglia» proposta dalla presidente della Bicamerale Infanzia, Licia Ronzulli.

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Pd all'attacco La presenza di Salvini a Bibbiano, per la vicesegretaria Paola De Micheli il Pd, non sarebbe altro che una «passerella di dubbio gusto». Ma sul punto il capo del Viminale è categorico: «dovrebbero parlare con quelle mamme e quei papà a cui sono stati rubati bambini con false perizie ed elettroshock ( elemento smentito dagli inquirenti, ndr) ».

Salvini dribbla, però, l’altra polemica politica, quella veicolata, nei giorni scorsi, dal leader grillino Luigi Di Maio, che ha definito il Pd «il partito di Bibbiano». Un collegamento ipotizzato per via del coinvolgimento nell'inchiesta del sindaco Pd Andrea Carletti, ma smentito dal capo della Procura di Reggio Emilia, che ha precisato che Carletti «non è coinvolto nei crimini contro i minori». Insomma, quella del M5s si è rivelata una vera e propria speculazione. Dalla quale Salvini, però, si smarca. «Io spero che su questo la politica si unisca. Non so se c’è un sistema, so che mi arrivano segnalazioni di abusi da diverse parti d’Italia sottolinea - Non mi interessa associare una schifezza come questa a questo o quel partito, perché qua c’è da salvare dei bambini. Mi auguro che tutti i partiti prendano le distanze, quindi non vengo qui per attaccare Renzi o Zingaretti». C’è da agire e promette di farlo in prima persona, rivedendo «personalmente» tutte le pratiche.

La polemica sui rom La convinzione del ministro è che i casi simili, in Italia, siano molti. E inneggiando alle «tante realtà cattoliche» che davvero si prendono cura dei bambini, il discorso vira sui campi rom. «Mi domando perché quando gli assistenti sociali visitano un campo rom non tolgono loro i bambini sottolinea - Sono implacabili con chi non riesce a pagare le bollette, mentre con chi educa i bambini a rubare non fanno niente. Perché i tribunali dei minori non vanno a salvare quei bimbi?». Un problema del quale, però, annuncia di volersi occupare più in là. La priorità, ora, è rivoluzionare il sistema degli affidi, perché «quando si sbaglia sulla pelle dei bambini si deve pagare il doppio». E «in un Paese civile, prima di portare via un bimbo da casa le devi avere provate tutte».