«Anche se non dovesse essere assolto, Rixi rimarrà al suo posto». Parola di Massimiliano Romeo capogruppo della Lega al Senato. Insomma, forte del 34 e passa per cento conquistano nelle urne - ma anche del risicato 17% grillino - il Carrocio chiarisce che non ci sarà un altro caso Siri, il sottosegretario leghista dimesso dal premier Conte su mandato del vicepremier grillino Luigi Di Maio.

Una vicenda digerita a fatica da Matteo Salvini che ha ceduto dopo settimane di braccio di ferro. Ma a distanza di poco più di due settimane lo scenario è completamente cambiato, tanto che una eventuale condanna dell’altro sottosegretario leghista Rixi - coinvolto nell’inchiesta “spese pazze” - sembra impensabile. Eppure da ambienti grillini sembra arrivare la stessa intransigenza: «Noi non cambiamo linea: se condannato, per noi Rixi è fuori. In questo Di Maio è stato chiaro, il M5S non si snatura» dopo il crollo alle urne «a anche il contratto con la Lega ci da ragione perché saremmo favanti a una condanna», dice una fonte di governo M5S all’Adnkronos, commentando le parole di Romeo, che aveva appena blindato il sottosegretario leghista. Serafico, almeno per il momento, Matteo Salvini: «Su Rixi non parlo. Per ora».

Non solo caso Rixi. La gioranta del governo è stata movimentata anche dall’altalena di piazza Affari e dello spread. «Lo spread aumenta perché qualcuno ha convenienza che gli italiani siano vincolati a vecchie regole». A 24 ore dalla vittoria elettorale, il vicepremier leghista Matteo Salvini torna infatti sul ring e nel corso di una diretta Facebook torna a evocare presunti poteri forti che lavorano contro il nostro Paese.

L’attacco di Salvini arriva dopo il balzo verso l’alto, fino a quota 290, dello spread e il tonfo di piazza Affari. Gran parte degli osservatori hanno dato infatti una lettura politica del nuovo picco del differenziale, collegandolo con la probabilità di una crisi di governo.

Salvini attacca poi il Pd: «Lanciano l’allarme spread, come se il voto degli italiani di domenica non fosse libero».

In effetti, qualche ora prima, e non appena saputo della crescita dello spread, il segretario dem Zingaretti aveva chimato la maggioranza alle proprie responsabilità: «È un anno che a causa delle scelte economiche sbagliate diquesto governo, è rimasto inchiodato su livelli doppirispetto a quelli di inizio 2018: il costo totale ha giàsuperato i 17 miliari di euro».