«È inammissibile parlare di giustizia a orologeria». Le toghe della magistratura stavolta si sentono sotto attacco. Sotto attacco anche da chi, fino a ieri, le difendeva dalle incursioni di una parte, molto minoritaria per la verità, della politica.

E a colpire i magistrati sono state soprattutto le parole durissime pronunciate dai dem renziani nelle ore successive la notizia dell’arresto dei genitori dell’ex premier. «Questo arresto è allucinante in uno Stato di diritto», tuonava ancora fino a ieri Matteo Orfini. «La giustizia in questo Paese è malata», faceva eco Roberto Giachetti. Per non parlare dei messaggi della chat del “Giglio magico” resi pubblici dall’Huffington Post: un diluvio di proteste contro “l’arroganza e dei magistrati” e “l’abnormità” delle misure cautelari. Insomma, di fronte a questa valanga il sindacato delle toghe non poteva non intervenire. E lo ha fatto ieri con un comunicato firmato dalla giunta dell’Anm al gran completo: «L’azione della magistratura non si arresta mai e non è mai rivolta a una contingenza politica o a favorire o danneggiare una parte politica».

E poi: «Ogni giorno la magistratura emette migliaia di provvedimenti e non è accettabile parlare di interventi orientati, mediaticamente pilotati o aventi finalità politiche». I provvedimenti della magistratura, continuano i vertici del sindacato delle toghe, «hanno sempre un unico obiettivo, la tutela dei diritti dei cittadini, senza distinzioni. Non possiamo dire che sono giuste quando trovano il nostro gradimento o che sono politiche quando non ci piacciono, i magistrati non svolgono un’azione politica, ma applicano rigorosamente le leggi dello Stato. È giusto fare chiarezza su questo - conclude l’Anm - perchè vogliamo evitare dannosi tuffi in un passato che non vogliamo più rivivere e interrompere un refrain che rende una cattivo servizio ai cittadini».

Ma una reazione forte e decisa arriva anche dai consiglieri del Csm di AreaDG, Giuseppe Cascini, Alessandra Dal Moro, Mario Suriano e Ciccio Zaccaro, i quali puntano dritti alle parole di sfogo pronunciate da Matteo Renzi il quale, nel sottolineare la “strana coincidenza temporale” tra il voto dei 5Stelle per il processo a Salvini e l’arresto dei suoi genitori, ha parlato senza mezzi termini di «capolavoro mediatico». Insomma, secondo l’ex premier l’arresto dei suoi genitori sarebbe servito a coprire l’operazione di salvataggio di Salvini. Un’accusa inaccettabile per le toghe di Area, che scrivono: «Siamo convinti che i provvedimenti giudiziari possano e debbano essere commentati e anche criticati. Non è accettabile però che, come spesso capita, vengano strumentalizzati nel dibattito politico». E ancora: «Siamo preoccupati per taluni commenti che suggeriscono che la applicazione di una misura cautelare domiciliare nei confronti dei genitori di Renzi sia stata un “capolavoro mediatico” o sia dovuta all’impegno politico del figlio». I togati di Area rilevano quindi che «spesso la magistratura è stata accusata di interferire nel dibattito politico; per prevenire questo rischio - concludono converrebbe evitare che le vicende giudiziarie vengano ogni volta colorate di finalità politica». E nella battaglia tra toghe e i dem si è inserita anche Forza Italia che proprio ieri ha ri presentato un cavallo di battaglia berlusconiano: la legge sulla separazione delle carriere. «Il testo - ha spiegato Paolo Sisto - prevede distinti concorsi, due organi di autogoverno, uno per la magistratura requirente e uno per quella giudicante, e la modifica della composizione dei membri elettivi dei due istituendi CSM rispetto a quello esistente» . «I pm, quindi, continueranno ad essere magistrati e a godere delle garanzie di autonomia e indipendenza, ma apparterranno a un ordine giudiziario distinto da quello dei giudici».