Luigi Di Maio ha un nuovo Giulio Raimondo Mazzarino, o Jules Raymond Mazarin per chi preferisce le suggestioni francesi. Fatto sta che il capo politico dei 5Stelle da giorni riceve suggerimenti ( chissà se richiesti) da parte di Marco Travaglio, il quale, evidentemente, si è autonominato gran consigliere dei 5Stelle. Il motivo? Giggino, per il direttore del Fatto, deve iniziare a fare politica. Quella con la P maiuscola. Deve costruire un maggioranza e non aspettare che gli venga servita su un piatto d’argento. Di più: «Di Maio - secondo Travaglio - sta facendo sforzi sovrumani per complicarla o impedirla. Infatti continua a ripetere che sul programma non si tratta perché l’hanno scelto gli elettori; sui ministri non si tratta perché li hanno scelti gli elettori; e ovviamente non si tratta neppure sul premier ( lui), perché l’hanno scelto gli elettori». Poi la frustata: «Bisogna costruirla: non aspettando che si facciano vivi gli altri e poi meravigliandosi perché  finora non s’è visto nessuno. Vada a parlare con Martina e Grasso su un’offerta chiara, realistica, generosa e rispettosa della democrazia parlamentare . Proprio quello che non fece il Pd nel 2013, quando pareggiò col M5S: si pappò le presidenze delle due Camere, designò Bersani come premier, stese un programma e una lista di ministri, poi pretese che i 5Stelle sostenessero al Senato il suo governo di minoranza. Risultato: il famoso e disastroso incontro in streaming. Quella di Bersani e Letta era una proposta che Crimi e Lombardi non solo potevano, ma dovevano rifiutare».

Ma è proprio questa ricostruzione che deve aver insospettito Di Maio. Quel riferimento al tentativo di Bersani ha tutta l’aria di un’autodifesa. Da giorni circola infatti un video “d’epoca” nel quale Travaglio-Mazarin spiegava per filo e per segno le ragioni del no all’accordo tra 5Stelle e Bersani: «Sono andati dai grillini, e sono andati con un programma già scritto, di otto punto a chiedergli qualche voto per far partire il governo monocolore Pd- Vendola che aveva già i ministri fissati», denunciò il vibrante Travaglio dal palco della festa del Fatto. Ora Di Maio dovrà decidere a quale Travaglio dar retta: a quello del 2013 anti- inciucio o a quello del 2018 pro- inciuicio? Perché c’è un Travaglio per ogni stagione...