Ancora sangue in Medi Oriente. Un 25enne israeliano che prestava servizio come guardia di sicurezza a una stazione di bus è stato accoltellato al petto da un palestinese, poi arrestato dalla polizia. Il giovane è grave. L'attacco è avvenuto su Jaffa Street. Nel quinto giorno di proteste contro il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli Usa, si aggrava il bilancio delle violenze, arrivato a quattro palestinesi morti e 1250 feriti, e le violenze si estendono ai Paesi della regione. Per quanto riguarda le diplomazie, il fatto del giorno è stato il muro contro muro tra Emmanuel Macron e Benyamin Netanyahu all'Eliseo. Al termine di oltre due ore di complicati colloqui, i leader di Francia e Israele si sono presentati ai media convocati nei saloni del palazzo presidenziale. Dopo aver condannato con la "più grande chiarezza ogni forma di attacco" contro lo Stato ebraico, Macron ha invitato senza giri di parole il suo ospite a fare un gesto di apertura nei confronti dei palestinesi. "Sono d'accordo con Netanyahu quando dice che bisogna dare una chance alla pace: allora fai un gesto per i palestinesi, give a chance", ha martellato Macron, ripetendo quella parola in inglese come per garantire che l'interlocutore la comprendesse bene. E a chi chiedeva quali fossero questi gesti "coraggiosi" da lui invocati, il leader trentanovenne ha replicato secco: "Mi sembra che il congelamento della colonizzazione e misure di fiducia rispetto all'autorita palestinese" sarebbero atti "importanti". Poi l'affondo contro Donald Trump. La decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele e di trasferire l'ambasciata di Tel Aviv a Gerusalemme "è contraria al diritto internazionale" è "pericolosa per la pace", ha avvertito Macron, tornando a ripetere che l'unica soluzione conforme al diritto internazionale "è consentire la creazione di due Stati che convivano in pace, fianco a fianco". "Appoggeremo ogni iniziativa in questo senso", ha aggiunto, precisando tuttavia che Parigi non intende assumere iniziative alternative ma lasciare la palla dei negoziati nel campo di Washington. Netanyahu non si è fatto pregare per replicare: "Parigi è la capitale della Francia, Gerusalemme è la capitale di Israele", è cosi "da tremila anni". Quanto alle parole del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che poche ore prima aveva accusato quello ebraico di essere "uno Stato terrorista" che "uccide bambini", il premier israeliano ha risposto per le rime: "Non accetto lezioni di morale da un uomo che bombarda i villaggi curdi in Turchia, imprigiona i giornalisti, aiuta l'Iran ad aggirare le sanzioni internazionali e aiuta i terroristi, in particolare a Gaza". Per Netanyahu - che prima di imbarcarsi per Parigi aveva già denunciato "l'ipocrisia dell'Europa" che condanna Trump ma non i razzi contro Israele - è inoltre "assurdo" che "all'Unesco e nelle Nazioni Unite ci sia una tendenza a negare i legami millenari" tra la Citta Santa e il popolo ebraico. "La nostra diaspora - ha puntualizzato - ha sempre menzionato Gerusalemme", il processo di pace potrà avanzare solo quando i palestinesi riconosceranno questa realtà.