Dopo aver definito le primarie del suo partito,«un grande momento di democrazia»,  Andrea Orlando ora contesta la modalità con cui sono stati effettuati i conteggi e dal suo staff precisano che «Matteo Renzi non ha conquistato  il 70% dei voti bensì il 68%, mentre lo stesso Orlando sarebbe intorno al 22%. Inoltre i sostenitori del ministro della Giustizia contestano anche i dati  dell’affluenza che sarebbe molto al di sotto dei 2 milioni rivendicati con entusiasmo. Cifre ufficiali non ce ne sono, ma per gli orlandiani gli elettori democratici che si sono recati ai gazebo ondeggiano «tra il milione e 600 mila e il milione e 800 mila». Sembra una polemica surreale, ma questa schermaglia post primarie è indicativa del clima di confronto (scontro) molto acceso tra la maggioranza del Pd e le minoranze che temono di venire schiacciate dalla leadership di Matteo Renzi, di nuovo alla guida del partito e candidato alla poltrona di premier alle prossime elezioni peraltro con l'investitura "europea" di Emmanuel Macron, probabilmente prossimo presidente francese,. Come scrive l'edizione online del Corriere della Sera che cita una fonte vicina alla mozione del Guardasigilli «hanno voluto a tutti i costi che Renzi fosse sopra al 70 e per ottenere questo numero hanno tolto qualcosa agli altri candidati».