Le Nazioni Unite hanno bollato come illegale e "meschino" il bando di Donald Trump nei confronti dei profughi e dei cittadini provenienti da sette paesi a maggioranza islamica. La dura dichiarazione è del capo della commissione per la tutela dei diritti dell'uomo, Zeid bin Ràad Zeid al-Hussein, notoriamente restio a comunicare con twitter e generalmente molto riservato. Oggi invece anche lui ha fatto ricorso al social medium per affermare che "la discriminazione sulla base della nazionalità è vietata dalle leggi sui diritti dell'uomo" e che "il bando americano è una cosa meschina nonchè uno spreco di risorse che potrebbero essere destinate alla lotta contro il terrorismo".
53enne, di nazionalità giordana nel settembre 2014 Zeid bin Ràad Zeid al-Hussein è diventato il primo asiatico, arabo e musulmano a guidare l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di diritti umani, subentrando alla sudafricana Navy Pillay. Lo scorso settembre aveva già sferrato un duro attacco a "populisti, demagoghi e fantasisti politici" come l'allora candidato repubblicano Trump, Geert Wilders e Nigel Farage. "Per loro devo essere una sorta di incubo, sono un musulmano che, con gran sorpresa dei razzisti, è anche un bianco; la cui madre è europea e il padre arabo; e sono anche arrabbiato", aveva spiegato in un discorso. Al cuore del suo ragionamento, Hussein metteva l'osservazione che i punti in comune tra nazionalisti populisti come Trump, l'olandese Wilders, l'ungherese Orban, il ceco Zeman, la francese Marine Le Pen, il britannico Farage sono anche in comune con l'Isis, "con cui si alimentano a vicenda". "Tutti cercano, con modalità diverse, un ritorno a un passato idilliaco in cui i campi assolati sono curati da persone di un'unica etnia o religione che vivono in pace nell'isolamento, padroni del proprio destino, liberi dal crimine, dalle influenze straniere e dalla guerra, un passato che non è mai esistito da nessuna parte", affermava Hussein. "I populisti usano le mezze verità e le iper-semplificazioni avvalendosi di Internet e dei social media che sono perfetti veicoli permettendo di ridurre un pensiero nelle confezioni più piccole, un tweet o una frase". "La formula è semplice", spiegava l'Alto commissario per i diritti umani, "fai sentire malissimo gente che è già nervosa e poi enfatizza che è tutto a causa di un certo gruppo, estraneo e minaccioso. Poi fai sentire meglio il tuo uditorio offrendo quella che per loro è un sogno ma per altri è un'orribile ingiustizia. Infiamma e placa, ripeti molte volte, finchè l'ansia non si indurisce nell'odio".