LE RIVELAZIONI DELLA CNN TURCA PRESTO UN VERTICE AD ANKARA?

Sul terreno si combatte con furia, nelle regioni calde del Donbass specialmente ma i venti di guerra soffiano anche in Crimea con Kiev che ha invitato i suoi concittadini a lasciare le aree strategiche vicine infrastrutture militari.

Ma dopo mesi di stallo anche la diplomazia sembra finalmente marcare un punto grazie alla mediazione della Turchia, paese che fin dall’inizio della crisi ha svolto un ruolo di prim’ordine per far avvicinare Russia e Ucraina e farle sedere intorno a un tavolo. Grazie a questo il presidente Erdogan è anche riuscito ad allontanare i riflettori internazionali sulla vcostante violazione interna dei diritti civili e politici. La Russia sarebbe infatti pronta a lavorare a un incontro tra il presidente Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky, che potrebbero così negoziare direttamente un accordo di pace. Lo riferisce la Cnn turca citando fonti del governo di Ankara. Secondo le stesse fonti Mosca avrebbe cambiato posizione in merito a un incontro tra i due leader e ammorbidito le condizioni per sedersi intorno a un tavolo.

«I leader possono discutere e definire una road map. Le delegazioni possono successivamente lavorare per mettere in pratica questa road map», hanno affermato le fonti citate dalla Cnn turca.

In precedenza la Russia aveva parlato di un possibile incontro tra Putin e Zelensky solo dopo che i due team di negoziatori avessero messo a punto una road map per la pace.

E proprio ieri mattina c’è stato a Leopoli l'incontro tra il presidente ucraino Zelensky e quello turco Recep Tayyip Erdogan, riporta il canale televisivo turco A Haber.

Al centro dell'incontro i recenti progressi ottenuti con l'accordo del 22 luglio a Istanbul sui corridoi del grano, ma anche del possibile incontro tra Zelensky e Putin in Turchia.

«Personalmente ritengo che la guerra possa finire al tavolo dei negoziati e sostanzialmente Guterres e Zelensky hanno la stessa opinione, da parte nostra siamo pronti a svolgere il ruolo di facilitatori o mediatori con l’obiettivo di rilanciare i negoziati. La Turchia parteciperà inoltre alla ricostruzione dell’Ucraina e continua a inviare sostegno umanitario per la popolazione civile e accogliere profughi ucraini» ha affermato Erdogan, nel corso della conferenza stampa congiunta alla fine del vertice bilaterale.

Il presidente turco ha quindi evidenziato i riflessi «positivi» che l’accordo sull’export del grano ucraino potrebbe avere sulla crisi e ha affermato che per far ripartire il processo negoziale «la comunità internazionale deve mostrare più responsabilità».

E ha ricordato che la Turchia ha fino ad ora inviato 98 tir di aiuti in Ucraina e «accolto in via temporanea quasi 325 mila cittadini ucraini e 1099 orfani».

Il “sultano” è infine intervenuto sull’armante situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia nelle mani dell’esercito russo fin dalle prime settimane dell’invasione russa: «Non vogliamo una nuova Chernobyl» Durante gli incontri si infatti è parlato del rischio di un disastro nucleare in quello che è l’impianto più grande di Europa con ben sei reattori attivi. Nel corso dei mesi la centrale nucleare ha rischiato più volte di essere colpita dai colpi artiglieria di entrambe che si accusano reciprocamente.

Nonostante la teorica disponibilità di Mosca e Kiev ad aprire un canale diplomatico qualunque incontro possa aver luogo nelle prossime settimane non fermerà le operazioni di guerra in Ucraina che continuano spedite.

Nessuna tregua, nessun cessate il fuoco, al limite si negozierà sotto le bombe in una strada che è ancora tutta in salita.

Lo hanno sottolineato le stesse Nazioni Unite: «Negoziati concreti per fermare la guerra in Ucraina sono ancora lontani», spiega in un briefing il vice rappresentante del segretario generale delle Nazioni Unite, Farhan Haq. «Il segretario generale ha discusso gli sforzi per portare avanti la causa della pace, ma siamo ancora molto lontani dal momento si potrà discutere gli sforzi per una completa cessazione delle ostilità e un ritorno a una situazione di pace».