Attenzione è tutta concentrata sulla battaglia per la conquista di Severodonetsk, che una volta occupata aprirebbe ai russi la porta per controllare tutta la regione di Lugansk, praticamente l'intero Donbass, un vantaggio tale da condizionare le sorti della guerra in Ucraina.

Per i soldati di Kiev la situazione è critica. Ieri il vice capo del dipartimento della Milizia popolare dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Eduard Basurin, incontrando i giornalisti ha affermato che le truppe ucraine sono circondate e intrappolate. Ciò dopo aver fatto saltare in aria l'ultimo ponte che collegava Severodonetsk con la città gemella al di là del fiume, Lysichansk. Per loro secondo Basurin l'alternativa è secca: «Seguire l'esempio dei loro colleghi ( a Mariupol) e arrendersi, o morire. Non hanno altra opzione».

Lo Stato maggiore ucraino ha confermato che il grosso delle forze di sicurezza si è ritirato dal centro della città e si è asserragliato su posizioni di sola difesa. Lo stesso presidente Zelensky ha parlato di scontri ' letteralmente ogni metro'. Diventa dunque determinante la battaglia che si va predisponendo nei pressi del fiume Severskij Donets.

Il quadro della situazione lo ha dato ieri il ministero della Difesa britannico che in un report descrive come fondamentali le operazioni che si svolgeranno ( i britannici parlano dei prossimi mesi) lungo un settore chiave di 90 km, praticamente la zona dove puntano decisamente i russi. Per il Foreign Office: la Russia ' dovrà completare ambiziose azioni di fiancheggiamento o condurre attraversamenti d'assalto del fiume. Le forze ucraine sono spesso riuscite a demolire i ponti prima di ritirarsi', invece i russi fino ad ora ' hanno faticato a mettere in atto il complesso coordinamento necessario per condurre con successo l'attraversamento dei fiumi quando sotto il tiro del fuoco'.

In ogni caso la situazione per i difensori di Severodonetsk sta raggiungendo il limite estremo della difficoltà con 15mila persone, su una popolazione prebellica di 100mila, che si ritiene siano ancora in città. Zelensky è tornato ad invocare missili per la difesa antiaerea ( dall’inizio del conflitto ne sono arrivati 2600) ma bisogna aspettare che giungano dagli Usa perché in Europa la volontà non è così univoca. Una prova sta nel ritardo con cui il governo tedesco sta spedendo i veicoli corazzati per la fanteria Marder. L'ambasciatore ucraino in Germania, Andriy Melnyk, ha attaccato Berlino: ' Perché rifiutate all'esercito ucraino questi Marder, mentre l'Ucraina sta sanguinando nel Donbass davanti ai vostri occhi?'

Intanto l'unico fronte diplomatico che sembra muoversi e quello che vede protagonista il Vaticano. Una mediazione sotto traccia che però è stata in qualche modo confermata dai russi. Alexei Paramonov, direttore del Primo Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo ne ha parlato dichiarando il favore con cui Mosca vede l'opera della Santa Sede: ' La dirigenza vaticana ha ripetutamente dichiarato la propria disponibilità a fornire ogni possibile assistenza per raggiungere la pace e porre fine alle ostilità. Manteniamo un dialogo aperto e riservato su una serie di questioni, principalmente legate alla situazione umanitaria in Ucraina'.

A questo proposito c'è da registrare la notizia secondo la quale a Bucha, teatro del tragico massacro scoperto dopo la ritirata russa, sono stati trovati alcuni corpi in una fossa comune. Cadaveri non identificati che fanno arrivare il conto delle vittime senza un nome a 1200. Questi morti saranno inseriti all'interno di un procedimento penale in relazione alla morte di oltre 12mila persone, molte delle quali anch'esse rinvenute in fosse comuni. Dall'indagine è emerso che circa il 75% erano uomini, il 2% bambini e il resto donne. Fino ad ora il computo totale di 1500 civili uccisi nella sola regione di Kiev, con 116 corpi trovati in un'unica tomba proprio nella città di Bucha.