Atre settimane dalla sua nascita, il Conte bis è già alle prese con una delle sue sfide più importanti, quella legata alla riforma della giustizia.

Le condizioni in cui versa il nostro sistema giudiziario rappresentano, da sempre, un nervo scoperto per qualunque governo perché affrontare il tema della giustizia in tutte le sue declinazioni significa garantire ai cittadini la certezza del diritto mentre le lungaggini dei procedimenti civili e penali, si ripercuotono sull'intero sistema economico di un Paese. Un sistema sull'orlo di una crisi di nervi, soprattutto a causa delle gravi scoperture e carenze di organico negli uffici giudiziari.

Anni di spending review, hanno contribuito a debilitare ulteriormente la giustizia italiana e che è necessario investire su personale qualificato, oltre che ridurre i tempi dei processi, ce lo dice anche la Commissione Europea. Sul fronte degli investimenti, però, da qualche anno si registra un'inversione di tendenza. L'indizione del concorso ad 800 posti per il profilo di assistente giudiziario, nel novembre 2016, ha rappresentato un drastico cambio di rotta rispetto al passato. Dalla procedura concorsuale è scaturita una graduatoria composta da 4.915 persone, 3.386 delle quali già entrate in servizio tra gennaio 2018 e luglio di quest'anno.

Il Comitato Idonei Assistenti Giudiziari, si è costituito il 21 ottobre 2017 con l'obiettivo dello scorrimento totale della graduatoria soprattutto in considerazione dell'importanza di tale profilo professionale.

La figura di assistente giudiziario, infatti, è assolutamente necessaria poiché provvede a compiti di assistenza in udienza e di assistenza amministrativa burocratica ma anche a mansioni che implicano l'utilizzo delle moderne tecnologie.

In quasi due anni di attività, il Ciag ha portato le sue istanze all'attenzione di rappresentanti delle forze politiche e sindacali, ottenendo il sostegno di vertici delle istituzioni giudiziarie come l'Associazione Nazionale Magistrati, il Consiglio Superiore della Magistratura e il Consiglio Nazionale Forense.

Ad oggi, in graduatoria restano circa 1.300 idonei, un numero esiguo che, in realtà, è ancora più modesto al netto di rinunce e dimissioni.

L'esaurimento della graduatoria risulta già finanziato e autorizzato dal Piano Triennale del Fabbisogno del Personale, sottoscritto dal Guardasigilli, Alfonso Bonafede, il 13 giugno scorso e che mette nero su bianco le azioni realizzate in tema di politiche assunzionali del personale amministrativo nonché la sua futura programmazione attraverso gli opportuni strumenti normativi e amministrativi.

Un percorso già segnato dall'articolo 1, comma 307 della legge di Bilancio 2019, che ha disposto l'assunzione di 903 unità, dal decreto “Quota 100” del 28.01.2019 n. 4, coordinato con la legge di conversione 28 marzo 2019 n. 26, che ha stabilito l'utilizzo anticipato per il Ministero della Giustizia di parte delle capacità assunzionali da turn- over procedendo, così, al reclutamento di 1.300 unità di personale di cui 300 di Area III e 1.000 di Area II, 600 dei quali assistenti giudiziari. La legge Genova autorizza il Ministero ad assumere, in via straordinaria, nell'ambito dell'attuale dotazione organica, un contingente massimo di 50 unità di personale amministrativo non dirigenziale. Infine, il DPCM del 20 giugno autorizza l'assunzione delle ultime 297 unità. L'ultimo scorrimento risale a luglio quando, delle 903 unità previste dalle legge di Bilancio, 503, divenute poi 414 a seguito di rinunce e dimissioni, hanno preso servizio. Resta un secondo blocco da 400 unità che ancora attende indicazioni ma, finora, nessuna tempistica.

Il nostro sistema giudiziario è chiamato a misurarsi con scoperture e vuoti di organico che rallentano il suo funzionamento e mettono a dura prova la sua efficienza. Ogni giorno presidenti di tribunali e corti d'appello consegnano alla stampa le inefficienze di una giustizia lenta denunciando non solo carenze di personale ma anche l’inadeguatezza delle piante organiche rispetto ai bacini di utenza.

È un dato oggettivo che un sistema che non fornisce certezze nelle decisioni danneggia la credibilità delle istituzioni senza contare la costante crescita della sfiducia da parte dei cittadini per il quali il nostro sistema giudiziario non è idoneo a garantire pienamente la tutela dei diritti fondamentali dell'individuo.

Il Ministro della Giustizia si è sempre espresso in favore di una giustizia efficiente, diffusa sul territorio e tesa a garantire i diritti di tutti i cittadini, ribadendo più volte che il nostro sistema giudiziario rappresenta uno dei pilastri più importanti per un ordinamento giuridico che ambisca a definirsi democratico e che influenzi in maniera decisa altri settori strategici, come quello sociale ed economico. Un pilastro, però, che somiglia ad un gigante con i piedi di argilla e il fiato corto.

Per questo, vorremmo conoscere le tempistiche delle nostre assunzioni che, finora, sono state alquanto vaghe e approssimative. Siamo convinti che una giustizia equa ed efficiente passi soprattutto attraverso le persone che sono quelle che la rendono tale con le loro competenze e le loro professionalità.

Il nostro sistema giudiziario esige personale qualificato e il Ministero della Giustizia dispone di un'unica graduatoria, quella per il profilo di assistente giudiziario, programmata, finanziata, autorizzata e formata da giovani brillanti e preparati. Il Comitato Idonei Assistenti Giudiziari chiede che si proceda allo scorrimento della graduatoria in tempi rapidi e certi, non fosse altro che per attuare anche quel ricambio generazionale del quale si avverte sempre di più l'urgenza, non soltanto per migliorare l'efficienza del nostro sistema giudiziario ma anche quella del nostro Paese.

* Comitato Idonei Assistenti Giudiziari