«Il Comitato Noi Denunceremo – afferma l'avvocato Consuelo Locati, rappresentante legale del Comitato, nato alla fine di marzo a Bergamo, epicentro della pandemia – ha fino ad ora depositato in sede penale 300 esposti in cui si raccontano storie senza mai identificare reati o eventuali colpevoli. Tuttavia, il lavoro di ricerca svolto in questi mesi ci ha permesso di identificare chiare responsabilità anche in ambito civile». Lavoro di ricerca che culmina nella notifica, il 23 dicembre alle 14, di un atto di citazione al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e al Ministro della Salute Roberto Speranza, a nome dei circa cinquecento familiari delle vittime del Coronavirus. Oggetto della contestazione in sede civile, le gravissime omissioni – secondo il comitato – delle autorità pubbliche regionali lombarde e centrali governative, dalla riapertura dell'ospedale dell'ospedale di Alzano il 23 febbraio alla mancata chiusura dei comuni di Alzano e Nembro. A finire sotto accusa anche l'assenza di un piano pandemico nazionale e di un piano regionale aggiornato che avrebbe assicurato una maggiore efficienza e avrebbe garantito alla Regione Lombardia, durante la prima ondata, adeguate scorte di tamponi, reagenti e dispositivi di protezione individuali. «Il comitato Noi Denunceremo – spiega il presidente Luca Fusco – non si costituirà parte civile. Abbiamo sempre detto che il nostro obiettivo non sarebbero mai stati gli indennizzi ma la verità. Allo stesso tempo, abbiamo ritenuto opportuno mettere a disposizione dei nostri associati tutto il know-how del team dei nostri legali a cui potranno affidarsi a loro discrezione. Ci tengo a precisare che il comitato Noi Denunceremo vede in questa azione giudiziaria un chiaro atto politico. Un tentativo per tracciare una linea ben definita tra ciò che è considerato accettabile e ciò che non deve mai esserlo in alcun modo. Queste denunce sono il nostro regalo di Natale a chi avrebbe dovuto fare e non ha fatto mentre in Italia, il 25 di Dicembre, ci saranno 70.000 sedie vuote. Con una adeguata pianificazione, cosi come richiesto più e più volte dall’UE e dall’OMS siamo sicuri ce ne sarebbero state molte meno». Alle autorità verrà chiesto un indennizzo medio di 200.000 euro a persona per un esborso complessivo che sfiora i 100 milioni di euro.