«Marsilio non avrà problemi. Poi certo, dovesse perdere...». In Transatlantico, pochi minuti prima che il ministro Piantedosi riferisse sulle manganellate di Pisa e Firenze, tra i deputati di centrodestra l'aria è frizzante. La vittoria di Alessandra Todde e del campo largo in Sardegna brucia ancora, e se è vero che è stata ottenuta per meno di tremila voti e le liste della maggioranza hanno preso più voti delle altre, la paura che si crei l'effetto boomerang con il prossimo voto in Abruzzo c'è.

Una paura che viene tenuta a bada autoconvincendosi della vittoria del presidente uscente Marco Marsilio, amico intimo di Giorgia Meloni. Un autoconvincimento che diventa una sorta di pratica zen soprattutto tra forzisti e leghisti, i quali tuttavia se incalzati sulle conseguenze di un'eventuale sconfitta si lasciando andare. «L'Abruzzo non è la Sardegna e Marsilio dovrebbe farcela - racconta un deputato forzista con la promessa dell'anonimato certo se dovesse perdere andremmo incontro a qualcosa di ignoto, anche perchè subito dopo si vota in Basilicata, poi in Piemonte e in autunno in Umbria».

Onde evitare schermaglie come quelle sarde, la coalizione ha deciso di blindare i presidenti uscenti, e quindi Vito Bardi in Basilicata, Alberto Cirio in Piemonte e Donatella Tesei in Umbria, ma dalle parti di Forza Italia si ragiona sul da farsi. «Cirio vincerà, anche perché Pd e M5S faticheranno a trovare un accordo - continua l'esponente azzurro - e su Bardi è importante la convergenza dell'intera coalizione, in Umbria il discorso è un po' diverso, i nostri esponenti locali hanno le bacheche social piene di critiche alla governatrice uscente...».

Forza Italia il suo candidato ideale per la guida del cuore verde d'Italia ce l'avrebbe, e risponde al nome di quell'Andrea Romizi che dieci anni fa riuscì nell'impresa che sembrava impossibile di vincere le Comunali a Perugia, poi riconfermato cinque anni dopo da un plebiscito.

Ma gli azzurri sono già sovrastimati, è il ragionamento che si fa in maggioranza, avendo già la Sicilia con Schifani, le già citate Piemonte e Basilicata, la Calabria del neovicesegretario Occhiuto e il Molise con Roberti. Quindi, nel caso saltasse Tesei il candidato spetterebbe a Fd'I, che tuttavia non può fare sgarri alla Lega dopo la brutta figura di Truzzu in Sardegna.

Ma certo dalle parte di Fi Tesei non è ben vista, come del resto non erano ben visti né Solinas né Truzzu (gli azzurri volevano giocarsela con Pietro Pittalis, sfruttando il radicamento del partito nel nord dell'isola - 25% a Olbia), e l'amaro boccone sarà inghiottito. Anche perché la Lega non ha alcuna intenzione di cedere. «I giochi per le prossime Regioni sono fatti, noi garantiamo sostegno a Marsilio, Bardi e Cirio e pretendiamo che gli alleati facciano lo stesso con Tesei - si sfoga un'esponente leghista vicino al segretario Salvini Forza Italia ci ha garantito l'appoggio e non ci aspettiamo scherzi». Sarà.

Il non detto è che in caso di sconfitta di Marsilio potrebbe tornare tutto in gioco, perché un conto è perdere di poche migliaia di voti con un candidato locale lontano dalla politica romana, come Truzzu, altro conto sarebbe ricevere un secondo smacco in poche settimane per mano, questa volta, di un candidato come Luciano D’Amico in grado di unire tutte le opposizione, da Iv al M5S, Da Azione al Pd. Per di più quando in gioco c’è un fedelissimo della presidente del Consiglio, che martedì sarà presente al suo fianco assieme agli leader di maggioranza.

Il tutto con vista non solo sulla Basilicata ( a quel punto Pd e M5S sarebbero obbligati a trovare un nome per provare a strappare anche quella Regione, nonostante il disaccordo attuale su Angelo Chiorazzo proposto dai dem), ma soprattutto sulle Europee, con l’obiettivo sempre più appetibile per Fi di scavalcare la Lega. «Penso che noi saremo intonro all’ 8% per cento e loro al 6,5%», si fanno coraggio dalle parti del Carroccio, anche perché «Tajani non ha la leadership per gestire un partito come Fi».

Accuse reciproche che saranno messe da parte in vista del comizio di martedì a L’Aquila, ma che riemergeranno prepotenti in caso di sconfitta di Marsilio.