Inutile chiedere a Nico Stumpo, ex potente uomo macchina di Pier Luigi Bersani, esponente di punta della minoranza del Pd, se andrà alla Leopolda di Renzi. Il no è scontato. Ma un po' meno lo è la notizia che Bersani, invitato da un circolo Pd, vada (il 7 novembre) in Sicilia a sostenere il No. Stumpo nega scissioni, ma quando gli si fa l'esempio del New Labour di Tony Blair dove conviveva la sinistra radicale risponde netto: «C'è bisogna di una leadership che tenga tutti. Nel Pd di Veltroni convivevano tutti, ed io non ero un suo fan sfegatato».Onorevole Stumpo, allora niente Leopolda?Io alla Leopolda non sono mai andato. Non so neanche se ci si vada per inviti, oppure spontaneamente. Comunque, non andrò.Bersani è in campo per il No. E' rottura?Andrà a Ragusa, Siracusa e Palermo. Farà iniziative partendo dalla situazione del Paese. E naturalmente si discuterà anche del referendum. Non si tratta di dire se c'è una rottura. C'è una situazione chiara da tempo. Avevamo detto che in assenza di una modifica netta della legge elettorale saremmo stati sul No. Considerando che ciò non è avvenuto, resteremo sul No. Non si tratta di una rottura di queste ore ma di un tema posto almeno negli ultimi sei mesi.Non vi basta la bozza della commissione di Guerini con collegi, premio di coalizione e Renzi che sarebbe disposto anche a rinunciare al ballottaggio?Scrivere un documento senza nessun valore non è complicato. Avevamo detto che l'Italicum andava cambiato prima del referendum. Seppur con scarsa fiducia abbiamo atteso, ma sapendo che il compito, almeno per quanto ci riguarda, affidato a questa commissione era quello di tradurre in un articolato da presentare in parlamento una nuova legge elettorale.E invece?Ci sono tre promesse, peraltro vaghe. Chi ha visto la bozza mi dice ci sia scritto che la commissione si impegna a verificare le condizioni. Già il discorso fatto in direzione da Renzi non era sufficiente, anzi totalmente insufficiente, e ora questa bozza sembra più un documento di intenzioni. Il tentativo mi sembra totalmente fallito.Non teme un gioco del cerino, in cui alla fine il premier-segretario vi addosserà la responsabilità della rottura?No. Il cerino non lo abbiamo mai tenuto in mano, abbiamo posto un tema da diversi mesi. Si è voluto giocare questa partita in un modo un po' irrispettoso.Pensa a una finta?Non si tratta di finte. Noi abbiamo posto un tema concreto: la modifica del sistema elettorale. E abbiamo avanzato una proposta, ma la composizione molto articolata della maggioranza del Pd fa sì che nessuno possa prendere un impegno e presentare una legge che abbia le caratteristiche di cui abbiamo parlato. Per queste ragioni io non ho il problema del cerino, c'è chi se lo è tenuto in mano fino adesso e se lo continuerà a tenere. A questo gioco non abbiamo mai partecipato.Le cronache riportano il sospetto dei renziani che Bersani abbia tuonato contro Renzi per far saltare il tavolo. Malignità?Se questa è l'analisi dell'intervista di Bersani (Repubblica tv, ndr) la risposta è semplicissima: potevano fare la riunione il giorno prima o la mattina prima per proporre una soluzione. Il problema è che stanno provando a scaricare sugli altri il fallimento di questa loro proposta. Forse siccome non avevano nulla da proporre, è il contrario: speravano che Bersani creasse problemi. Cosa che invece non è successa, perché non ho ravvisato nelle sue parole nessun atto sconsiderato o di personalizzazione della politica contro qualcuno.Non vi fidate più?L'ultima volta che ci si è fidati abbiamo portato in direzione un documento all'unanimità in cui si escludevano i licenziamenti collettivi nell'articolo 18. E' stato discusso anche in commissione Lavoro, poi quando si è passati ai decreti attuativi sono stati inseriti. Per cui se non ci si fida, qualcuno dovrebbe farsi una domanda e darsi una risposta. Sulla legge elettorale di un documento non so cosa farmene.Come giudica le mosse di Gianni Cuperlo che sta tentando una mediazione? E' vero che la maggioranza tenterebbe di lunsingarlo perché diventi il leader della sinistra interna?Cuperlo ha provato di tutto e di più per provare a far fare una cosa seria a questa commissione. Purtroppo, con assenza di sua responsabilità, il prodotto di questo lavoro è tutt'altro che positivo.C'è un tentativo di dividervi?La maggioranza renziana mi ricorda molto una fortissima ala destra del Brasile, si chiamava Garrincha. Da bambino Garrincha aveva avuto la poliomelite. Aveva una gamba più corta e faceva una finta incredibile alla quale i difensori hanno abboccato per anni perché era perfetta. Ma aveva una sola finta e loro hanno un solo schema di gioco: dividere e continuare ad avere una maggioranza. Penso che a volte può succedere, a volte trovano invece persone intelligenti e questa cosa non accade. Consiglio loro di avere un po' di fantasia in più perché se fossero vere queste ricostruzioni non conoscono bene le persone che hanno davanti. Non penso proprio che con Gianni funzioni. Anche se mi rifiuto di credre che Gianni accetti quel documento. (A tarda sera giravano idiscrezioni di un possibile sì di Cuperlo, ndr)Se vince il Sì, Bersani prevede che si vada a elezioni anticipate. Farete la scissione?In quel caso potrebbe oggettivamente capitare di andare a votare prima. Mi auguro vivamente che vinca il No. Stiamo facendo una battaglia a viso aperto nel Pd. E' anche un gesto per tenere dentro i tanti del partito che hanno deciso di votare No ben prima di noi. Per questa ragione non trovo nessuna motivazione per uscire. Continueremo a fare una iniziativa politica nel Pd sperando di diventare maggioranza al prossimo congresso.Se vince il No cosa accade?Renzi potrebbe continuare a fare il premier, per il Pd, invece, si dovrebbe aprire una riflessione profonda. Perché se prevale l'idea che i partiti non servono più, che c'è un leader e basta a quel punto ognuno faccia la sua scelta. Io credo che qualora vincesse il No bisognerebbe ripensare tutto.Compreso il segretario?Tutto.Sergio Staino (Bobo) direttore dell'Unità a Italia oggi parlando di Massimo D'Alema ha detto che il gruppo del Manifesto fu radiato dal Pci per molto meno. Cacciare D'Alema non suona un po' come se la Dc avesse solo pensato di radiare Fanfani?Staino non mi ha mai appassionato neppure come vignettista. Come direttore non so giudicarlo perché non riesco a sfogliare l'Unità, lo trovo un giornale davvero difficile da leggere. E la sua battuta conferma una distanza siderale tra il suo modo di fare e il mio. Ma io mi batterò sempre perché lui dica cose diverse dalle mie sperando che anche io possa fare la stessa cosa.Blair tenne la sinistra radicale dentro il New Labour. Perché nel Pd c'è questa reciproca delegittimazione?Non ho la ben minima incertezza nel pensare che debbano convivere diverse anime. C'è bisogno di una leadership che abbia la capacità di tenere tutti. Nel Pd di Veltroni convivevano tutti. E io non ero un fan sfegatato di quella segreteria. E nelle segreterie di Franceschini e Bersani nessuno si è mai sentito ai margini.