Si preannuncia senza esclusione di colpo la corsa ad accaparrarsi i voti al centro in vista delle prossime elezioni europee, con Azione da una parte e gli Stati Uniti d’Europa di Iv e Più Europa dall’altra che si contendono candidati, amministratori e, soprattutto, elettori. E con un’idea, quella di Matteo Renzi, di scendere direttamente in campo. Ma andiamo con ordine.

Ieri la coordinatrice nazionale di Iv Lella Paita e il segretario di PiùEuropa Riccardo Magi hanno accolto l’associazione “Rinascimento azionista”, di cui fanno parte diversi membri, almeno fino a poche ore, dell’assemblea nazionale di Azione.

Praticamente in contemporanea, Carlo Calenda annunciava da Milano la candidatura con Azione nella circoscrizione Nord- Ovest di Cuno Tarfusser, pm che ha guidato la procura di Bolzano per molto tempo, per poi passare alla Corte penale internazionale dell’Aia e finire ora alla Corte d’appello di Milano dove è sostituto procuratore. Recentemente è tornato ad occupare le prime pagine dei giornali per aver fatto riaprire il caso della strage di Erba. «Credo di essere ancora in grado di dare qualcosa, non alla giustizia, perché sono vicino alla pensione, ma l’esperienza non mi manca, anche a livello internazionale», ha detto il magistrato. La sua candidatura è stata proposta da Ivo Tarolli, ex senatore trentino attualmente a capo della lista Piattaforma popolare, una delle tante confluite nel simbolo di Azione per le Europee.

«È un magistrato di prim’ordine e sarà una delle nostre candidature di punta - ha detto Calenda - Ha un’esperienza su un tema che per noi è fondamentale, cioè la buona gestione degli uffici giudiziari, in particolare a Bolzano dove ha conseguito record nella gestione, nella capacità, la velocità, efficienza della gestione dei procedimenti».

Poco dopo il leader di Azione ha detto di essere ancora «incline al no» circa la sua candidatura. Chi sta seriamente pensando di candidarsi è invece Matteo Renzi, dopo settimane in cui la sua discesa in campo era stata esclusa. L’ex presidente del Consiglio vorrebbe farsi eleggere per poter seguire in prima persona le trattative che potrebbero portare Mario Draghi alla guida della Commissione. Dall’altro lato, però, il suo nome in lista toglierebbe spazio ad altri possibili candidati di Iv, che potrebbero essere annunciati già domani, e lo vedrebbe

“bloccato” a Strasburgo per i prossimi cinque anni. Le riflessioni sono dunque ancora in corso, mentre altri hanno già preso delle decisioni. Tra questi, Gianluca Navarrini, Guido Gentile e Francesco Capone, tutti membri della direzione nazionale di Azione, che contestando a Calenda il rifiuto di far parte della lista Stati Uniti d’Europa e una gestione personalistica del partito hanno sbattuto la porta e sono pronti a dare il loro sostegno in campagna elettorale a Iv e Più Europa. Fratture, che non possono dirsi veri e propri terremoti, si registrano anche a San Giorgio a Cremano, dove Guido Spaziani, assistente dell’europarlamentare di Azione Giosi Ferrandino, ha lasciato il partito per approdare a Iv, e a Roma, dove il consigliere comunale Dario Nanni, anch’egli fino a ieri in Azione, è passato al Misto.

Per il partito di Calenda «è l’inizio di una slavina», ha detto Paita in conferenza stampa. «Il vostro è un gesto importante e ho la sensazione che questo sia solo l’inizio - ha detto la coordinatrice di Iv accogliendo i membri di Rinascimento azionista - Nel nostro progetto politico degli Stati uniti d’Europa c’è tutto, dall’altra parte c'è un'azione individuale tesa a indebolire il fronte riformista, con quel nome piazzato nel simbolo che ricorda le mosse della Schlein».

Soddisfazione anche da Riccardo Magi. «Duecento persone impegnate in politica e con ruoli di dirigenti hanno colto la caratteristica del progetto della lista Stati Uniti d’Europa e questa è una notizia positiva - ha detto il segretario di Più Europa - Non intendo avere nessun tipo di polemica con Carlo Calenda e continuerò a difendere il valore del progetto che noi abbiamo messo in campo: Calenda ci ha voluto attaccare con argomenti che sono l’opposto dei principi liberali e l’opposto di un approccio federalista e unitario».