Hai voglia a ripetere a Matteo Salvini che dovrebbe delepenizzarsi. La risposta è arrivata ieri l'altro, quando il leader leghista ha deciso di invitare Marine Le Pen come ospite d'onore della Pontida prossima ventura. Non solo, tanto per chiarire le idee a chi ancora avesse dubbi o nutrisse speranza su un Salvini moderato e di governo, la presenza di Marine è stata annunciata per sabato 17 settembre, guarda caso il giorno esatto in cui Stefano Parisi - il politico manager scelto da Berlusconi per provare a rimettere insieme i cocci di Forza italia - arringherà la platea della convention del nuovo centrodestra, quello sì moderato e di governo.Insomma, un guanto di sfida gettato in faccia a Bobo Maroni - decisamente più diaologante con l'ex candidato sindaco di Milano - e ai pontieri forzisti che in queste settimane hanno faticato sette camice per convincere Matteo che la strada da seguire è quella che porta ad Arcore.E dire che Salvini aveva più e più volte rassicurato Berlusconi sulla volontà di stringere un'alleanza tra Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia che, come ai vecchi tempi, fosse in grado di sfidare il centrosinistra. Certo, rispetto a qualche anno fa qualcosa è cambiato: la presenza del movimento grillino, tanto per dirne una, ha reso assai complicata la vittoria sia del centrodestra che del centrosinistra. Ma tutto questo sarà più chiaro a ottobre quando la Consulta deciderà sull'Italicum - la legge elettorale che sembra cucita su misura per i grillini - e gli italiani sul referendum.Nel frattempo il leader del Carroccio balla con Marine Le Pen. E non è un modo di dire. Lo scorso novembre i due furono pizzicati in una discoteca a brindare e fare giravolte. Erano i giorni del congresso del Front National, e Salvini venne presentato come il "camarade" italiano che avrebbe aiutato i popoli europei a liberarsi del mostro di Bruxelles.Poco più in là i due si ritrovarono insieme nei giorni della Brexit. Dopo il referendum col quale gli inglesi diedero il benservito a Junker e compagni, Le Pen e Salvini dichiararono quasi all'unisono che anche francesi e italiani avevano il diritto di scegliere se stare in Europa oppure no. Poi, soprattutto in Italia, la proposta finì nel dimenticatoio, anche perché Salvini ignorava che nel nostro Paese i trattati internazionali non possono essere abrogati da un referendum.Ora bisognerà capire gli effetti dell'entrata a gamba tesa del segretario leghista. E si dovrà capire, per esempio, se il governatore lombardo Roberto Maroni sarà a Pontinda a stringere la mano a Marine, o se invece sarà a Milano con Parisi. Certo è che non più tardi di un mese fa Maroni ha lasciato un'intervista a Repubblica che è apparsa a tutti come un capolavoro di diplomazia. Prima una bacchettata a Salvini proprio per quel flirt politico con Le Pen: «È una scelta tattica, ma non strategica. Noi siamo per l'Europa dei popoli, lei è per gli stati nazionali. Molte battaglie sono comuni, ma penso che le nostre strade divergeranno». Salvo poi riconoscergli la possibilità di fare il candidato leader del centrodestra: «Ha energia, voglia, coraggio. Le caratteristiche del leader ce l'ha. Eccede a volte, ma Bossi ne sparava molte di più. Solo che conta molto la tempistica nelle cose». Ma in quella stessa intervista Maroni ha anche trovato il modo per spalancare la porta al progetto di Stefano Parisi: «Da parte mia c'è un'apertura di credito, del resto sono un curioso di natura. Ma voglio vedere cosa dirà alla convention di settembre».Dall'altra parte della barricata i Brunetta e i forzisti che mal sopportano la nuova passione di Berlusconi per Parisi faranno fatica a spiegare a Silvio che la via di Pontida è quella vincente. Ma il Cavaliere sa bene che senza Salvini - lepenista o in doppiopetto - il centrodestra non durerà neanche il tempo di un'ave Maria.