Uno si dice ottimista, uno dice che è colpa del Pd e uno è convinto che a Bruxelles capiranno se l’Italia uscirà dal seminato. Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini parlano tre lingue diverse per rappresentare un unico governo nel rapporto con l’Europa, nello stesso giorno in cui la Commissione Ue annuncia una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per non aver rispettato i patti sul debito. E in attesa di capire quale degli approcci espressi dai vertici di Palazzo Chigi prevarrà, ognuno propone il suo ragionamento.

«Io sono sempre determinato e ottimista e farò di tutto per scongiurare una procedura che farebbe del male al Paese», dice con tono istituzionale il presidente del Consiglio dal Vietnam. Perché nonostante la situazione critica Conte confida nel buon esito della partita con Bruxelles: «Il monitoraggio dei nostri conti, in particolare nel 2019, sta evidenziando delle maggiori entrate tributarie e contributive, e anche non tributarie, rispetto alle stime», dice il premier. «Questo ci permette di avere dei margini e di reagire meglio alla congiuntura economica non favorevolissima», aggiunge pacato.

A cambiare decisamente registro, del resto ci pensano i due vice premier, pronti a difendere i risultati ottenuti da Movimento 5 Stelle e Lega in tema di sostegno ai ceti più deboli. «Quota 100 non si tocca e, sia chiaro», avverte senza giri di parole il capo politico pentastellato con un post su Facebook. Di Maio si dice pronto ad aprire un tavolo di confronto costruttivo con l’Europa ( «l’Italia è un paese serio, che rispetta la parola data», dice) ma solo a patto che a trattare siano disposte entrambe le parti. Anche perché, è la convinzione del ministro del Lavoro, la possibile procedura di infrazione «riguarda il debito prodotto dal Partito Democratico nel 2017 e 2018», argomenta. L’analisi del capo politico M5S però non convince per nulla Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia del governo precedente, che in una nota sottolinea: «Il vicepremier Di Maio dimentica che con i governi di centrosinistra il debito pubblico è stato stabilizzato, ed era cominciato a scendere, mentre è ripreso a salire quando loro sono andati al governo», precisa l’ex responsabile del Tesoro. «Così come dimentica di dire che con i precedenti esecutivi il deficit strutturale è andato via via scemando consentendo una maggiore fiducia da parte dei mercati e livelli dello spread più bassi dell’attuale». L’inversione di tendenza sarebbe semmai «avvenuta con il governo gialloverde, che con le sue scelte di bilancio ha fatto mancare la fiducia nei confronti del sistema italiano», è la replica di Padoan. Rivendica pienamente le scelte della maggioranza, senza cercare alcun capro espiatorio, invece Matteo Salvini, che a differenza del suo socio politico si dice sicuro che a Bruxelles «rispetteranno la volontà» degli italiani di tagliare le tasse, con la flat tax, per creare maggiore occupazione.

«Non chiediamo di usare i soldi degli altri, dei tedeschi, dei belgi, dei lussemburghesi... vogliamo semplicemente usare i soldi delle tasse per aiutare i cittadini italiani a lavorare. Abbassando le tasse e garantendo il diritto al lavoro, alla vita e alla salute». E invece di indietreggiare il capo del Carroccio rilancia: «Sulla legge Fornero siamo solo all’inizio. La lettera dell’Ue ci dice che abbiamo sbagliato a iniziare a smontarla e ad approvare “quota 100”.

Io rispondo educatamente che siamo solo all’inizio perché l’obiettivo è quota 41», spiega in tono di sfida il ministro dell’Interno. «Andare in pensione dopo 41 anni di fabbrica, di negozio o di ospedale mi sembra il minimo. Quindi sarà un bel confronto tra due prospettive diverse, di vita». Poche ore prima, del resto, quando ancora il contenuto della lettera della Commissione non era stato reso noto, Salvini aveva messo in chiaro quale sarebbe stata la risposta italiana di fronte alle probabili pressioni europee. «Si fa e si farà tutto il possibile per rimanere nei parametri stabiliti ma se suo figlio ha fame e per dargli da mangiare deve ridiscutere un parametro studiato a tavolino con un capoufficio che fa? Sta al parametro e lascia suo figlio la con la fame o va a ridiscuterlo con il capoufficio?».

Se per Forza Italia l’avvio dell’iter per la procedura d’infrazione costituisce un non invidiabile primato - «saremmo infatti il primo Paese dell’Eurozona a subire uno smacco del genere», dice la presidente dei deputati azzurri Mariastella Gelmini - per Sinistra italiana, da sempre contraria al le regole Ue sui bilanci e sui debiti degli Stati, quello confezionato da Bruxelles è «un regalo politico a Salvini e l’ennesimo schiaffo agli italiani».