MA I GRILLINI VANNO DRITTI PER LA LORO STRADA: IL 10 E L’ 11 MARZO NUOVO VOTO

Al Movimento 5 Stelle serve un avvocato. E non quello del popolo, che per il momento resta un leader in bilico, ma un vero legale capace di portare il partito di Grillo fuori dal pantano in cui si è cacciato. La settima sezione civile del tribunale di Napoli ha infatti rigettato l’istanza contro la sospensione dello Statuto in vigore da agosto scorso e la nomina di Giuseppe Conte a presidente, presentata dai defensori del M5S. Al centro della contesa, come è noto, le rivendicazioni di un gruppo di iscritti da meno di sei mesi esclusi dal voto che ha portato all’incoronazione dell’ex premier. Secondo gli avvocati grillini, quell’esclusione era legittima in quanto prevista da un regolamento interno del 2018, di cui però persino i vertici pentastellati erano all’oscuro. Il documento è saltato fuori infatti solo dopo la pronuncia dell’ordinanza di sospensione, chi ha deciso di escludere gli iscritti, in altre parole, lo ha fatto senza sapere di poterlo fare realmente.

Dunque, per i giudici napoletani, non esistono i presupposti per la revoca. «L’istanza in esame si fonda sulla produzione del documento qualificato regolamento, datato 8 novembre 2018, dunque già da tempo esistente al momento dell’adozione delle delibere impugnate e che avrebbe legittimato l’esclusione dal voto degli iscritti da meno di sei mesi», si legge sull’ordinanza emessa. E tale documento «stante quanto prospettato nell’istanza di revoca, non sarebbe stato prodotto prima in giudizio perchè, di esso, l’istante Associazione sarebbe venuta a conoscenza solo dopo la pronuncia dell’ordinanza di sospensione».

Giuseppe Conte e i vertici pentastellati restano dunque congelati. Almeno fino all’udienza di merito fissata per il 5 aprile. Toccherà ancora a Beppe Grillo, garante e unica figura apicale formalmente in carica, decidere se rispettare il pronunciamento del Tribunale ( e resettare gli organismi procedendo prima all’elezione del comitato direttivo) o assecondare la strategia di suggerita da Conte: procedere con subito un nuovo voto, sulla piattaforma SkyVote, per il presidente ristabilendo le gerarchie interne. Il fondatore per il momento tace. Ma in casa pentastellata sembrano intenzionati a proseguire col cronoprogramma stabilito dal leader sospeso e confermare l’assemblea degli iscritti ( convocata per il 10 e l’ 11 marzo) che dovrà ratificare le modifiche statutarie richieste dalla Commissione di Garanzia degli Statuti e per la trasparenza e controllo dei rendiconti dei partiti politici, ai fini dell’iscrizione del M5S nel registro per il 2xMille.

Il Tribunale di Napoli «con questa ultima decisione, sceglie una interpretazione restrittiva della possibilità di revocare il provvedimento cautelare già emesso», scrivono i grillini in una nota. «Non mette tuttavia in discussione l’esistenza e la regolarità del Regolamento del 2018 su cui è stata fondata l’esclusione dalla votazione degli iscritti con meno di sei mesi.

Questo dunque consente al Movimento 5 Stelle di procedere alle votazioni già prefissate per il 10 e 11 marzo per l’approvazione dello statuto, con le modifiche suggerite dalla Commissione di garanzia degli statuti dei partiti politici, con effetto retroattivo di convalida e/ o conferma della delibera già impugnata».

Il Movimento, dunque, vuole andare dritto per la sua strada. Una determinazione che attira le ironie di Lorenzo Borrè, l’avvocato degli iscritti esclusi che da anni toglie il sonno ai dirigenti pentastellati. «E ora Conte rifletta», dice il legale. «Le modalità di convocazione dell’assemblea e le modifiche proposte prestano indubbiamente il fianco, entrambi i fianchi direi, a eventuali nuove impugnazioni. Ricordo sempre che non sono io ad impugnare: la mia opera si riduce al patrocinio. Ma se tanto mi dà tanto...», avvisa Borrè. Che poi pone anche il problema della piattaforma scelta per le votazioni, SkyVote, su cui potrebbero piovere nuovi ricorsi legati al trattamento dei dati degli iscritti. «La questione del trattamento dei dati non l’ho ancora studiata e quindi non mi esprimo», argomenta l’avvocato. «Mi limito a ricordare quanto sostenuto da Grillo nel comunicato del 29 giugno 2021. Francamente non comprendo questa coazione ad aggiungere problemi ad altri problemi enormi». Ma per ora il Movimento resta senza testa.