«È una campagna mediatica costruita alla vigilia di un voto nel quale la Campania può giocare un ruolo importante». Vincenzo De Luca, il governatore campano finito sotto attacco per sue dichiarazioni in una riunione con 300 sindaci in vista del referendum costituzionale, prova ad uscire dall'angolo giocando la carta del fango a orologeria: «Come un anno e mezzo fa, con una puntualità cronometrica - spiega De Luca - anche oggi alla vigilia di un voto importante, viene costruita, sul nulla assoluto, una campagna di aggressione mediatica inaudita si ha paura del voto in Campania, che oggi come alle Regionali, è politicamente decisivo»«C'è una sola questione in campo oggi in Italia, una sola domanda cui rispondere: si vuole superare il bicameralismo perfetto e la palude burocratica? Si o no? Fino al 4 dicembre, ogni discorso dovrà partire e concludersi su questa domanda. Tutto il resto è un diversivo», conclude De Luca.Sulla questione interviene anche il premier Renzi: «Vogliamo fare il referendum sulle frasi di De Luca o sul merito? I cittadini voteranno liberamente, non sulle base delle sue dichiarazioni o delle denunce di Di Maio o Scotto» taglia corto Renzi. «Il tentativo di buttarla sui brogli o sulle dichiatazioni di De Luca è un tentativo di diversivo di chi non vuole entrare nel merito», conclude Renzi.La presidente dell'Antimafia Rosy Bindi, intanto, continua sulla sua strada: «Non abbiamo ricevuto nulla, perchè abbiamo formulato la richiesta ieri, ma penso che una risposta arriverà presto» da parte della Procura di Napoli sul caso De Luca. E ancora: «Noi possiamo prendere in esame questo caso solo se ci sono profili che attengono al tema della mafia. Se non ci sono, questo non sarà oggetto di un'inchiesta da parte della nostra commissione che ha un compito preciso». A chi le chiedeva se fosse stato realmente aperto un fascicolo, anche a carico di ignoti, Rosy Bindi ha risposto: «Non lo so, noi ci siamo comportati come sempre quando qualche componente della commissione, e ancor più se la richiesta è all'unanimità, chiede di fare una verifica».Non entra nel merito delle vicende «della commissione antimafia e della Procura», il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Ma sulla questione De Luca qualcosa ha da dire. «Prendo le distanze da uomo politico e delle istituzioni dal metodo, dal contenuto, e dai toni» usati da un rappresentante delle istituzioni davanti ai sindaci riuniti in un albergo per discutere del quesito referendario. Il presidente della Regione Campania, a suo avviso, ha istigato, e «in modo palese a un voto clientelare. Noi siamo due persone diverse dal punto di vista politico e dal punto di vista del senso delle istituzioni», dice. Inoltre, nello schieramento del SÌ al referendum costituzionale, «stanno facendo di tutto», fino alla «consumazione di un delitto politico». In questo progetto si scrive anche il commissariamento della sanità campana affidata a De Luca, una «manovra elettorale» per De Magistris che «dà alla politica il potere di gestione» di un settore delicato.