Carlo Calenda e Matteo Renzi tirano la volata finale a Letizia Moratti per le Regionali in Lombardia, a sette giorni dal voto. E Calenda se la prende con una parte del Pd che ha deciso di seguire il partito e sostenere dunque Pierfrancesco Majorino. 

«I cosiddetti riformisti del Pd continuano ad acconciarsi a tutto, anche ad appoggiare i Cinque Stelle in Lombardia – ha detto – E questo è triste per loro, per Sala, per Gori, tanto quanto per il Paese, perché se sono sempre disponibili ad accettare qualsiasi cosa, dal governo con Conte al governo della Lombardia con Conte e Majorino, beh allora non sono tanto riformisti».

A chi gli chiedeva di commentare l’appello al “voto utile” fatto dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, Calenda ha risposto: «Beppe Sala ha iniziato a fare politica con Letizia Moratti e siccome poi questo Paese è strano, si divide con l’accettazione tra destra e sinistra, è abituato così, Beppe Sala ha rimosso di avere cominciato a fare politica come city manager di Letizia Moratti».

Sul tema è intervenuto anche Matteo Renzi. 

«L’appello al “voto utile” è uno stanco ritornello, a cui non credono neanche Sala e Majorino – ha spiegato Renzi –  è esattamente la stessa cosa che dicevano prima delle elezioni politiche: stanno ripetendo esattamente lo stesso errore che ha fatto Letta e mi dispiace perché Beppe e Pierfrancesco sono due amici». 
Per Renzi «allora forse vale la pena essere intellettualmente onesti e dire che c'era una sola soluzione vera ed era quella di appoggiare tutti Moratti, però ormai è andata così, almeno ci risparmino lo stanco ritornello al quale - ve lo posso dire perché li conosco bene - non credono neanche loro due: lo dicono perché lo devono dire».

Calenda poi è tornato a parlare di presidenzialismo, attaccando il governo. «Cara Meloni ti proponiamo questo – ha detto – non toccare la Presidenza della Repubblica che è l’unica cosa che funziona in questo Paese: senza Presidente della Repubblica se ne va via l’unità nazionale, e che io lo debba spiegare a una nazionalista semifascista è deprimente».