I PUNTI DELL’OKAY: COLLEGI A METÀ E GRUPPO UNICO A CAMERA E SENATO

Accordo fatto tra i leader di Azione e Italia viva Il senatore: «In politica servono gli assist »

nato il terzo polo, e a tenerlo a battesimo sono stati i leader di Azione e Italia viva, Carlo Calenda e Matteo Renzi. Dopo giorni di trattative serrate i due hanno trovato l’accordo definitivo durante un faccia a faccia ieri nella tarda mattinata, con tanto di spartizione dei collegi, simbolo e leadership. A guidare la nuova formazione sarà l’ex ministro dello Sviluppo economico, mentre gli uninominali saranno ripartiti a metà tra i due partiti, al netto dei posti concessi alla Lista civica nazionale dell’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, che era già alleato di Italia viva. I due partiti costituiranno un gruppo unico a Camera e Senato, con un capogruppo sarà di Azione e uno di Iv.

«Tutti parlano da giorni di “Terzo Polo”, ma che cosa si nasconde davvero dietro questa sigla burocratica? - si è chiesto ieri Renzi ad accordo fatto sui social, spiegando la scelta Una casa nuova, bella, che riaccenda la passione per la politica e la speranza dell’Italia: una proposta concreta, competente, seria sul lavoro, sull’ambiente, sulle tasse, sulla cultura, sul sociale, e sulla posizione internazionale dell’Italia, tema fondamentale in questo tempo di crisi».

Secondo l’ex presidente del Consiglio «costruire una casa simile non è facile, ma è possibile, forse è persino doveroso in un momento nel quale sovranisti e populisti giocano a chi la spara più grande e nel momento in cui tutte le altre forze politiche - tutte, di destra e di sinistra - imbarcano in coalizioni contraddittorie chi ha fatto cadere Draghi facendo male all’Italia». Per poi lanciare la vera e propria corsa alla campagna elettorale e al voto. «Abbiamo deciso di provarci - scrive ancora Renzi - Il 25 settembre troverete sulla scheda elettorale anche questa possibilità: non accontentatevi dei meno peggio, mandate in Parlamento persone di qualità».

Cosa serve per portare in doppia cifra una formazione, che al momento, è attestata si no al 4 per cento? «Per costruire una casa nuova ci vuole un pizzico di follia, e quella non manca - spiega il senatore di Rignano sull’Arno - Ci vuole l’entusiasmo, che in queste settimane è stato addirittura straripante, e ci vuole anche tanta generosità, perché consentire a un progetto di partire richiede anche che qualcuno sappia fare spazio e non pretendere ruoli».

Da qui la decisione di lasciare la leadership a Carlo Calenda. «Talvolta abbiamo discusso, lo sapete, ma i punti che ci uniscono sono molti di più di quelli che ci dividono - aggiunge Renzi - Io faccio politica da tanti anni e ho avuto l’onore di servire ai livelli apicali la mia città, il mio Paese, la mia comunità: ho imparato che bisogna sempre essere ambiziosi, puntare in alto, non sognare in piccolo, ma ci sono dei momenti in cui le ambizioni personali lasciano il passo ai sogni collettivi: il progetto del terzo polo è molto più grande dei singoli destini personali e io con impegno e tenacia sarò in campo ( e in qualche circoscrizione al Senato) per dare una mano e farlo vincere».

È stato Calenda a postare per primo il nuovo luogo sui social: un tondo metà bianco e metà blu con i simboli di Italia viva e Azione, la scritta “Calenda” con un riferimento a Renew Europe, la famiglia liberale europea alla quale entrambi i partiti appartengono. «Nasce oggi per la prima volta un’alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato Draghi - ha scritto il numero uno di Azione - Ringrazio Matteo Renzi per la generosità: adesso insieme per l’Italia sul serio.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Pizzarotti. «Sono orgoglioso di aver scelto per coerenza di stare nel terzo polo - ha commentato l’ex primo cittadino di Parma - per questo progetto di garanzia contro le destre peggiori e più incompetenti che l’Italia abbia mai conosciuto bisogna ringraziare Matteo Renzi: ha messo il paese davanti ai propri interessi e io farò la mia parte».

Ora si apre il tavolo delle candidature, a cui lavorano i big dei due partiti. Certe del posto in lista le tre ministre uscenti del governo Draghi, Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini ed Elena Bonetti, così come pezzi da 90 di Italia viva come Maria Elena Boschi, Ettore Rosato e Francesco Bonifazi.

Ma c’è ancora tempo per i nomi, ammesso che qualcuno non ci ripensi.

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