In Campania la situazione «si sta sciogliendo», in Puglia «ci sarà una schiarita». È attraverso metafore più o meno fantasiose che il Pd si sta avvicinando alle Regionali d’autunno, cercando ancora la quadra sulle due più ambite, Campania e Puglia appunto, ma sulle quali non c’è ancora un accordo con il rest della coalizione e soprattutto nel Pd stesso.

La situazione relativa alla scelta del candidato del centrosinistra per le regionali in Campania «si sta sciogliendo, l’importante è che la soluzione sia positiva», ha detto ieri il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che nei giorni scorsi aveva incontrato il commissario dem Antonio Misiani e l’ex presidente della Camera Roberto Fico, candidato in pectore del campo largo.

Per il via libera definitivo mancano da limare gli ultimi dettagli, con l’accordo ormai fatti con il presidente uscente e suo acerrimo nemico ( almeno fino a oggi) Vincenzo De Luca. In questi giorni si stanno definendo i nomi in lista e soprattutto si sta smaltendo la tensione accumulata nelle scorse settimane al Nazareno, quando i “movimentisti” interni Sandro Ruotolo e Marco Sarracino hanno provato a far cambiare idea alla segretaria Elly Schlein circa l’ok al figlio di De Luca, Piero, attuale deputato e capogruppo in commissione Affari europei, come futuro segretario regionale del partito in Campania.

Ma per la leader dem era troppo importante la convergenza su Fico, e dunque ha scelto di scendere a compromessi con De Luca senior, capace di smuovere ancora una massa importante di elettori, pur di non rompere il patto e mandare tutto all’aria.

La stessa cosa che sta cercando di fare in Puglia, cercando di convincere il candidato prescelto Antonio Decaro ad accettare in lista il nome del presidente uscente Michele Emiliano, o in alternativa a convincere lo stesso Emiliano al passo indietro. Delle due l’una, visto che i due protagonisti sono ai ferri corti e il patatrac è dietro l’angolo. «L’accordo unitario nel centrosinistra sarà confermato e sono convinto che con Elly Schlein alla Festa dell’Unità regionale di Bisceglie ci sarà una schiarita - ha detto ieri il capogruppo dem in Senato, Francesco Boccia - Sono tante le persone che hanno contribuito a cambiare in meglio la Puglia a partire proprio da Michele Emiliano e Nichi Vendola che sono stati tra i principali protagonisti e verso i quali proviamo gratitudine: Antonio Decaro è stato un eccellente sindaco di Bari, presidente dell’Anci, una figura che ha l’autorevolezza per guidare la regione e unire il centrosinistra e sono certo che con tutti i partiti di centrosinistra farà le valutazioni più opportune e unitarie per battere le destre e continuare a governare la Puglia».

La data segnata in rosso sul calendario è quella di sabato, quando sul palco saliranno tutti i big regionali del partito e soprattutto la stessa Schlein, convinta di arrivare a quell’appuntamento con l’accordo in cassaforte.

Accordo già raggiunto in Toscana, dove dopo non essere riuscita a “defenestrare” il presidente uscente Eugenio Giani, non graditissimo al Nazareno, Schlein ha spinto perché questi firmasse un patto di coalizione con il M5S, come puntualmente accaduto. «Continueremo a essere testardamente unitari e a parlare con tutti per costruire un futuro ancora migliore per i toscani - ha detto ieri la segretaria parlando a margine del pranzo con i volontari della Festa dell’Unità livornese - Insisteremo sulla strada dell’unità perchè crediamo che sia la strada più giusta per battere le destre. L’unità non ce la chiede il medico, ma la nostra gente», aggiunge. Riferendosi poi al caso Toscana, la segretaria spiega: «Siamo felici che durante questa campagna elettorale siamo riusciti a costruire sulla convergenza sui programmi una coalizione ancora più ampia di quella che attualmente governa la Toscana». Il riferimento è proprio all’appoggio M5S, che fino ad ora è stato all’opposizione della giunta Giani. «Vuol dire - ha aggiunto la leader dem che sui programmi si possono trovare le convergenze per fare le cose concrete che servono ai toscani».

Dall’altro lato dello schieramento è soprattutto in Campania che il centrodestra fatica a trovare una quadra. In attesa del vertice tra i leader della coalizione che il segretario della Lega ha annunciato si terrà «a breve», sul tavolo restano sia nomi politici che profili civici, mentre alcune ipotesi circolate - assicurano fonti della coalizione - non avrebbero mai avuto spazio nelle discussioni ufficiali. Tra le figure politiche il più accreditato resta Edmondo Cirielli, vice ministro degli Esteri.

Parallelamente restano in campo figure civiche di peso istituzionale: il prefetto di Napoli Michele Di Bari e il rettore della Federico II Matteo Lorito. Diversa la vicenda di Giosy Romano, commissario della Zes unica del Mezzogiorno: il suo nome è effettivamente approdato nelle riunioni di coalizione, ma avrebbe incontrato la netta contrarietà di Cirielli, che ne ha sottolineato la vicinanza all’area De Luca. Non sarebbe mai arrivato invece sul tavolo dei leader il nome di Mara Carfagna, pure uscito in questi giorni sui giornali: il rientro nel centrodestra con Noi Moderati dopo l’esperienza in Azione, avvenuto da poco più di un anno, desta perplessità in tutta la coalizione.