Alla fine il compromesso è arrivato, disinnescando uno dei nodi più delicati della manovra. Il prelievo sugli utili delle banche , che aveva rinfocolato le polemiche tra Forza Italia e Lega, viene riformulato in chiave più morbida: nessuna tassa punitiva sugli extraprofitti, ma un contributo volontario, con aliquota agevolata, da parte degli istituti che scelgano di distribuire gli utili ai soci. È il punto di caduta che consente al governo di presentarsi unito dopo giorni di trattative riservate. Forza Italia rivendica il risultato come una vittoria di metodo e di merito, la Lega come la prova di una manovra “amica dei cittadini e delle imprese”. Nel mezzo, Giorgia Meloni fa da garante dell'equilibrio politico e finanziario, ringraziando banche e assicurazioni per «la disponibilità non scontata» a contribuire alle priorità del Paese.

L'intervento sul settore creditizio vale circa 11 miliardi in tre anni , ma è costruito con logica prudente: la tassazione del 27,5 per cento sugli utili portati a riser-va sostituisce l'idea originaria di una stretta sugli extraprofitti, ritenuta eccessiva da Forza Italia e potenzialmente dannosa per i conti e per i risparmia-tori. Giorgetti lo definisce un «meccanismo discrezionale» che lascia libertà alle banche, Meloni assicura che «non c'è alcun intento punitivo», Tajani parla di «una scelta di equilibrio a tutela dei cittadini». La pace fiscale, evocata da Salvini come «respiro per 16 milioni di italiani», diventa il contraltare politico di questa intesa: un messaggio di coesione dopo settimane di schermaglie interne.

La manovra, approvata dal Consiglio dei ministri, muove complessivamente 18,4 miliardi di euro, finanziati in gran parte con tagli di spesa e maggiori entrate . Il governo la presenta come «seria ed equilibrata», con priorità su famiglia, salari e sanità. Sul fronte del lavoro, il taglio dell'Irpef riduce la seconda aliquota dal 35 al 33 per cento per i redditi tra 28 e 50 mila euro, con uno sconto massimo di 440 euro annui. Si tratta di una misura da 2,7 miliardi l'anno, concentrata sul ceto medio e sterilizzata sopra i 200 mila euro di reddito. Parallelamente vengono stanziati 1,9 miliardi per la detassazione dei premi di produttività e dei turni notturni e festivi, con aliquota ridotta al 10 per cento sull'aumento contrattuale.

Sul versante previdenziale, il governo conferma dal 2027 l'adeguamento graduale dell'età pensionabile all'aspettativa di vita , che salirà di un mese all'anno fino al 2029, ma introduce un aumento delle pensioni minime di 20 euro mensili, dopo le polemiche sui “sei euro” dello scorso anno. Un passaggio simbolico, che serve a mostrare attenzione ai redditi più bassi.

Novità anche sul fronte familiare. Il bonus mamme vendita a 60 euro al mese per le lavoratrici con due o più figli , mentre il calcolo dell'Isee escluderà la prima casa fino a 100 mila euro di valore catastale. È la traduzione economica di un principio politico più volte ribadito dal premier: la “sacralità” della casa di proprietà. Resta il bonus casa al 50 per cento per le ristrutturazioni sulla prima abitazione e al 36 per cento per le altre, prorogato per tutto il 2026. Sul capitolo sanità, arrivano risorse per nuove assunzioni e per l'aumento delle retribuzioni del personale medico e infermieristico . Il piano prevede circa 6.300 nuovi infermieri e mille medici in più, con incrementi medi di 1.600 e 3.000 euro l'anno. L'obiettivo dichiarato è stabilizzare gli organici e ridurre le liste d'attesa, considerata una delle emergenze sociali più sensibili.

Altro tassello della manovra, come detto, è la rottamazione delle cartelle esattoriali, che secondo Giorgetti non assume i contorni di un condono, ma di una rateizzazione lunga fino a nove anni per chi ha dichiarato e non versato. Una misura che, nelle parole del ministro, «premia chi hato le regole, ma è stato rispetta travolto dalle difficoltà economiche», e che Salvini rivendica come «ossigeno e speranza per milioni di italiani».

Nel complesso, la legge di bilancio 2026 cerca di tenere insieme rigore e consenso, disciplina europea e identità politica. Il compromesso sul prelievo bancario diventa così la chiave di volta di una manovra che il governo presenta come «di responsabilità nazionale». Dopo settimane di attriti, Meloni ha dunque ricomposto la triangolazione tra Lega, Forza Italia e Palazzo Chigi, mossa dall'urgenza di mostrare un centrodestra compatto di fronte a una legge di bilancio che doveva contemperare rigore contabile e ambizione elettorale.